Secondo il presidente dell’organizzazione, Nora Senior, le dichiarazioni di Longworth avrebbero contribuito a “creare confusione” dal momento che l’associazione di categoria aveva deciso di assumere una posizione neutrale in merito al referendum. L’esponente “tory” Liam Fox, in passato membro di rilievo della squadra di governo di Cameron, ha commentato: “Voglio spiegazioni in merito a quanto è accaduto e voglio sapere se parte del governo è coinvolto nelle pressioni esercitate sulle Camere di Commercio per far cadere Longworth”. Nel frattempo, quattro membri del partito laburista – Jack Straw, Charles Clarke, Jacqui Smith e Alan Johnson – hanno lanciato addirittura l’allarme (ripreso a pagina 4 dall’Evening Standard): “Il Brexit renderà la capitale più vulnerabile al terrorismo”.
Secondo loro, la condivisione delle informazioni, i necessari controlli negli aeroporti, oltre al mandato di cattura europeo, subirebbero un improbabile arresto nell’eventualità si verificasse il Brexit. “Eleggere un sindaco favorevole a lasciare l’Unione Europea metterebbe a serio rischio la sicurezza dei londinesi. La decisione di Zac Goldsmith di fare campagna perché la Gran Bretagna esca dall’Europa potrebbe rendere i londinesi meno al sicuro e renderebbe la capitale più vulnerabile al rischio attentati”, conclude il quartetto, chiarendo una volta per tutte i metodi staliniani di burocrati e filo-burocrati di Bruxelles, che non esitano neanche ad associare il Brexit alla minaccia terroristica pur di assicurarsi una vittoria nelle elezioni amministrative.
Emmanuel Raffaele