Londra, 8 mar – Il “Project fear” (letteralmente “Progetto paura”), com’è stato ormai ribattezzato in Gran Bretagna dai sostenitori del Brexit, prende ormai una piega sempre più sfacciata. È notizia di poche ore fa, infatti, che, a seguito alle sue dichiarazioni a favore dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, il direttore generale delle Camere di Commercio britanniche, John Longworth, è stato costretto alle dimissioni dopo essere stato sospeso dal suo incarico. Sul banco degli imputati il suo “coming out” pro Brexit ed un commento che lascia poco spazio all’europeismo di facciata: “Sono giunto alla conclusione che l’Unione Europea sia incapace di riforme significative, almeno nell’immediato futuro”. Uno schiaffo in faccia al premier Cameron, nei confronti del quale ora molti puntano il dito per le ipotetiche pressioni che il governo potrebbe aver esercitato nella faccenda.
Secondo il presidente dell’organizzazione, Nora Senior, le dichiarazioni di Longworth avrebbero contribuito a “creare confusione” dal momento che l’associazione di categoria aveva deciso di assumere una posizione neutrale in merito al referendum. L’esponente “tory” Liam Fox, in passato membro di rilievo della squadra di governo di Cameron, ha commentato: “Voglio spiegazioni in merito a quanto è accaduto e voglio sapere se parte del governo è coinvolto nelle pressioni esercitate sulle Camere di Commercio per far cadere Longworth”. Nel frattempo, quattro membri del partito laburista – Jack Straw, Charles Clarke, Jacqui Smith e Alan Johnson – hanno lanciato addirittura l’allarme (ripreso a pagina 4 dall’Evening Standard): “Il Brexit renderà la capitale più vulnerabile al terrorismo”.
Secondo loro, la condivisione delle informazioni, i necessari controlli negli aeroporti, oltre al mandato di cattura europeo, subirebbero un improbabile arresto nell’eventualità si verificasse il Brexit. “Eleggere un sindaco favorevole a lasciare l’Unione Europea metterebbe a serio rischio la sicurezza dei londinesi. La decisione di Zac Goldsmith di fare campagna perché la Gran Bretagna esca dall’Europa potrebbe rendere i londinesi meno al sicuro e renderebbe la capitale più vulnerabile al rischio attentati”, conclude il quartetto, chiarendo una volta per tutte i metodi staliniani di burocrati e filo-burocrati di Bruxelles, che non esitano neanche ad associare il Brexit alla minaccia terroristica pur di assicurarsi una vittoria nelle elezioni amministrative.
Emmanuel Raffaele