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“Putin è più bravo di noi, ecco perché”: gelo in studio da Formigli (Video)

by Elena Sempione
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Putin

Roma, 20 mag – Per buona parte della stampa italiana, Vladimir Putin è semplicemente un «pazzo». Tesi autoconsolatoria e, a ben vedere, pure ottusa. Perché un pazzo, cioè uno squilibrato, non ragiona, ma agisce solo sulla spinta dell’emotività. Il suo comportamento sarebbe sempre illogico e avventato, e quindi non può che portare alla sconfitta. Eppure, se ci si toglie le fette di prosciutto dagli occhi, la condotta del presidente russo ci appare tutt’altro che irrazionale o improvvisata.

Gli obiettivi della Russia

A farlo notare, nella puntata di ieri sera di Piazzapulita, è stata Cecilia Sala, giornalista del Foglio. In uno sforzo sovrumano di comprensione, Formigli ha riassunto così la posizione dello zar: «Putin dice che in questo momento la Russia è minacciata, e lui si sente minacciato nella sua stessa esistenza. Si sente in una posizione in cui dice che è impossibile negoziare, perché gli americani non lo vogliono fare». A questo punto, interviene la Sala: «Ci siamo detti in molte fasi di questa guerra “chissà cosa fa Putin domani”. Quello che ha fatto è stato ridimensionare il suo obiettivo dopo essere stato cacciato da Kiev. Non ha bisogno del nostro aiuto per gestire la sua propaganda interna».

La strategia di Putin

Il suo capo di Stato maggiore Gerasimov, prosegue la firma del Foglio, «ha fatto una conferenza stampa in cui ha detto: scherzavamo su Kiev, era un modo per distrarre l’esercito ucraino, a noi interessa soltanto il Donbass. E dal giorno dopo a tutti in Russia andava bene che si combattesse solo per il Donbass. È più bravo di noi, non ha bisogno del nostro supporto per raccontare cosa succede sul campo di battaglia in Russia». E ancora: «Pensiamo anche al 9 maggio, dicevamo che Putin avrebbe annunciato la mobilitazione generale e non lo ha fatto. Ci siamo resi conto che invece ha preso atto, un poco, della situazione sul campo: ha fatto un discorso non da escalation, ma da de-escalation. Forse non sta andando così male questa strategia».

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Elena Sempione

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