Roma, 30 nov – Pensate che i radical chic siano distaccati dalla realtà? Non avete ancora visto, o letto, abbastanza. L’ultimo capolavoro in tal senso è firmato Anne Hidalgo, “sindaca” di Parigi particolarmente propensa alle trovate correct. Il primo cittadino della capitale francese, durante
il Kyiv Investment Forum – incontro tra il sindaco di Kiev e i sindaci delle principali città europee organizzato a Bruxelles per realizzare un piano di ricostruzione – ha tirato fuori un incredibile elogio delle… piste ciclabili.
“Meno auto, vi servono piste ciclabili”: il consiglio del sindaco di Parigi a quello di Kiev
Cosa c’entrano con l’Ucraina? Poco, o nulla, soprattutto adesso. Ma tant’è. Alla Hidalgo serviva citarle per rivolgersi così a Vitaly Klitschko, sindaco di Kiev: “Devi avere un piano se vuoi ricostruire (la tua città, ndr): trasformare le infrastrutture urbane, e passare dalle auto alle biciclette, è molto interessante”. In pratica il primo cittadino progressista di Parigi, ha consigliato al sindaco di una città in guerra di ripartire dal… “ciclismo”.
Non è uno scherzo di cattivo gusto, come rimarcato da Le Figaro la Hidalgo “parlava seriamente”. D’altronde è talmente lanciata nella sua politica ecologista da aver dichiarato battaglia, già durante la campagna elettorale del 2020, non solo alle auto, ma anche ai motorini. “Troppi veicoli a due ruote a motore che parcheggiano ovunque, che non rispettano le piste ciclabili, i marciapiedi”. A suo avviso la cosiddetta “mobilità sostenibile” va attuata a qualunque costo. Ed evidentemente in qualunque luogo, anche in una città devastata dalla guerra.
Ma come avranno preso i parigini la sparata del loro primo cittadino? Per appurarlo basta leggersi qualche commento social. “Che sensazione di disagio. Sta promuovendo la bicicletta al sindaco (sic) di una capitale di un Paese in guerra…”, fa notare un utente su Twitter. “Si riscalda pedalando quando la maggior parte degli abitanti di Kiev non ha elettricità”, cinguetta un altro utente.
Eugenio Palazzini
2 comments
A parte il puerile pensiero dei troppi bamboccioni occidentali (quelli veri che non avrebbero dovuto uscire di casa a far danni per manifesta inadeguatezza), ma domandiamoci di quale ricostruzione vogliamo intendere, sono per ora perlopiù tutti edifici e relative strutture vetuste, sovietiche, erano da cominciare a demolire da tempo al posto di “giocare” alla guerra civile ed ottenere il conflitto di ritorsione a seguire. Quindi la questione vera è che qualcuno, non ucraino, pregusta già di mettere mano alle costruzioni senza ritegno… potendo pure raccogliere solo macerie. Non mi risulta che sia ad Odessa (che conosco) e neppure a Kiev è venuta giù l’ area “ztl” di imperiale, zarista memoria. Erano per la maggiore lavori da fare comunque ed è bene che si sappia e venga sottolineato.
Il problema non è il singolo, ma le centinaia di migliaia di persone che l’hanno votata.