Roma, 17 feb – I raid sulle postazioni dello Stato islamico “fanno parte del diritto dell’Egitto all’autodifesa per proteggere i nostri bambini, è una questione che deve essere compresa”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, in un’intervista ad al-Arabiya.
“Dopo la diffusione del video erano necessari un attacco e una reazione”, ha affermato Shoukry, riferendosi al video che mostra l’esecuzione di 21 cittadini copti egiziani da parte dei miliziani estremisti.
I raid egiziani sono stati tre (ma altre fonti parlano di quattro) a distanza di poche ore. Il primo attacco si è svolto nella notte (verso le 4 ora italiana), il secondo verso le 11, il terzo poco dopo le 14 ora italiana. Nell’incursione di metà mattinata, il portavoce del Comando dell’aviazione libico ha precisato che sono state colpite postazioni dell’Isis e di Ansar al Sharia a Derna e sarebbero stati uccisi 64 terroristi dello Stato islamico, tra cui “tre dei loro leader”.
Pozzi petroliferi nell’est della Siria controllati dallo Stato islamico sono invece stati presi di mira da raid aerei condotti da caccia degli Emirati Arabi Uniti. L’incubo ostaggi, tuttavia, non è cessato. Almeno altri 35 egiziani, infatti, sarebbero stati rapiti. I sequestrati sarebbero in gran parte lavoratori del settore agricolo.
Intanto stamani il premier Matteo Renzi ha avuto un lungo colloquio telefonico con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Al centro del colloquio la situazione libica. Nel colloquio al Sisi “ha espresso il proprio apprezzamento per la posizione del primo ministro italiano che ha formulato il sostegno del suo paese all’Egitto e la sua cura a sostenere gli sforzi egiziani e internazionali mirati a combattere il terrorismo”.
Il leader egiziano ha confermato che “l’Egitto proseguirà il proprio coordinamento con i paesi amici per assicurare la riuscita degli sforzi anti-terrorismo, creare il clima propizio ai popoli amanti della pace per vivere in stabilità e sicurezza assecondando le loro ambizioni allo sviluppo”.
Intanto al-Sisi e il francese François Hollande hanno richiesto congiuntamente all’Onu di riunire il Consiglio di Sicurezza per decidere “nuove misure” contro lo Stato Islamico. Il Cairo inoltre ha insistito sulla necessità imperativa di un “intervento deciso” della comunità internazionale per fermare la progressione dell’Isis in Libia. Il capo della diplomazia europea Federica Mogherini incontrerà le autorità egiziane e americane questa settimana per evocare una possibile azione comune in Libia, ma al momento ha scartato qualsiasi ruolo militare per l’Ue.