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“Rassegnatevi. Assad rimarrà al suo posto”. Parola di Hezbollah

by La Redazione
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Khiam, 16 ago – Assad è e resterà al suo posto. Parola di Hezbollah. Il leader del Partito di Dio, Hassan Nasrallah ha infatti dichiarato che è giunto il momento per gli Stati Uniti e il mondo intero di accettare il fatto che non ci sarà un cambio la vertice nel governo siriano. L’annuncio è stato fatto in diretta tv, durante un intervento di Nasrallah davanti alla folla dei militanti sciiti libanesi riuniti a Khiam, nel Sud del Libano, in occasione delle celebrazioni per la fine del conflitto con Israele ad agosto 2006.

Nasrallah ha anche dichiarato che i miliziani di Hezbollah stanno combattendo fianco a fianco dell’esercito libanese nella zona di Arsal, al confine tra Libano e Siria. Perché Arsal, insieme alla regione del Qalamoun, è una delle zone al centro della grande offensiva che ha come obiettivo quello di cacciare definitivamente i terroristi dell’Isis e del Fronte Al Nusra. In tutto si stima ci siano circa 3mila miliziani dello Stato Islamico nella regione orientale libanese che confina con la Siria. Da Beirut il governo smentisce, soprattutto il coordinamento tra l’esercito libanese e quello siriano, ma in realtà Hezbollah aveva promesso, dopo la caduta di Mosul: “L’inizio della battaglia per eliminare Daesh dal Libano è vicino”. E non a caso nei giorni scorsi Hezbollah ha fatto sapere che la zona di Arsal ora è completamente libera dai terroristi, che tramite alcuni autobus e altri veicoli della Croce Rossa sono stati trasferiti a Qalamoun.

Combattere lo Stato Islamico e il terrorismo tutto è una delle missioni di Hezbollah, che da sempre appoggia il presidente siriano Bashar al Assad. Intanto l’esercito di Damasco, fedele ad Assad continua a mietere successi.

Che la situazione in Siria sia ormai favorevole ad Assad è testimoniato anche dalle preoccupazioni israeliane. Il premier dello stato ebraico Benyamin Netanyahu sia il capo del Mossad hanno comunicato in due momenti diversi che non accetteranno che laddove l’Isis venga cacciato, al suo posto subentri la presenza iraniana, storico alleato di Hezbollah.

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