Roma, 6 mar — Immaginate che un quotidiano italiano pubblichi il contenuto delle chat private tra l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, l’ex premier Conte e l’esecutivo del governo ai tempi di lockdown, dpcm e zone colorate: ebbene, sta succedendo davvero, ma in Gran Bretagna, dove l’ex titolare della Salute Matt Hancock è finito al centro di una bufera mediatica senza precedenti dopo che la giornalista incaricata di vergare la sua recente biografia, Isabel Oakeshott, ha consegnato tutte le conversazioni Whatsapp (oltre 100mila messaggi) dell’ex ministro al Telegraph. Chat che rivelano come le decisioni su lockdown e restrizioni prese in quel periodo dall’esecutivo non originassero da basi scientifiche ma politiche.
L’ex ministro britannico Hancock inchiodato dalle sue chat
Non è certo la prima volta che Matt Hancock mette in imbarazzo sé stesso e l’esecutivo Johnson sul tema Covid: ricordiamo come l’ex segretario di Stato per la Salute fu costretto a dimettersi proprio per avere violato le stesse severe restrizioni che lui aveva invocato. E ora le chat pubblicate dal Telegraph nell’inchiesta a puntate Lockdown files, lo mettono ulteriormente nei guai. Emerge chiaramente, ad esempio, come Hancock avesse architettato l’annuncio della variante Kent per terrorizzare i cittadini e spingerli a rispettare le restrizioni. «Possiamo alzare il tiro con il nuovo ceppo», scrisse il 13 dicembre 2020 al proprio assistente Simon Case. «Faremo tremare le gambe a tutti con il nuovo ceppo». Insiste in un’altra chat: «Quando schieriamo la nuova variante?». La variante emerse, puntuale ai voleri dell’ex ministro, il giorno dopo.
Fare leva sul senso di colpa
A gennaio 2021, Case esortava Hancock a «calcare la mano sulla comunicazione», sottolineando come il «fattore paura-senso di colpa» si fosse rivelato «vitale». Parlando dei blocchi regionali, l’equivalente delle infami «zone colorate» entrate in vigore nello Stivale, il consulente media Jamie Njoku Goodwin, consiglia ad Hancock che non sarebbe stato «inutile» per i cittadini «pensare che la loro area potrebbe essere la prossima». In altre chat l’ex ministro parla con Boris Johnson, consigliandogli di essere «assolutamente militanti» sul distanziamento sociale negli hotspot Covid.
A Case confidò che «Abbiamo ricevuto molti feedback sul fatto che mangiare fuori per aiutare l’economia sta causando problemi… L’ho tenuto fuori dai notiziari, ma è una cosa seria. Quindi, per favore, per favore, non permettiamo che il successo economico di questo schema porti alla sua estensione». Da qui la decisione di ricorrere al senso di colpa, quasi pavlovianamente. «Dobbiamo dire alle persone che, se vogliono salvare l’economia e proteggere il Servizio sanitario nazionale, devono seguire le regole, che vanno inasprite. Le stanno osservando?». «Mangiare fuori» aiuta «il virus a diffondersi». Vi ricorda qualcosa?
L’ira di Hancock
Un mese prima di quella conversazione, lo stesso Hancock infrangeva le stesse regole che lui aveva creato e contribuito ad inasprire. In quei giorni il Sun aveva pubblicato alcune fotografie che lo ritraevano mentre baciava Gina Coladangelo, sua amante e collaboratrice. Nella migliore tradizione di certi politici che cercano di svicolare alle loro responsabilità, trincerandosi dietro «fraintendimenti» di quanto dichiarato o peggio ancora di tradimenti della loro fiducia, l’ex ministro Hancock si scaglia ora contro la stampa arrivando a definire i messaggi pubblicati «un resoconto parziale». Duro anche il giudizio nei confronti della giornalista, arrivando a parlare addirittura di «colossale tradimento» personale, in violazione di un accordo di riservatezza intercorso tra le parti. Una violazione che non sembra spaventare o indignare la giornalista che anzi arriva a rivendicarla in maniera assai esplicita, riferendosi a tal proposito a ragioni di chiaro interesse pubblico.
Cristina Gauri
1 commento
Speriamo che trovi qualcuno che gliela faccia pagare…e ai nostri anche