Home » Riconoscimento facciale obbligatorio se compri un telefono. In Cina il Grande Fratello è realtà

Riconoscimento facciale obbligatorio se compri un telefono. In Cina il Grande Fratello è realtà

by Davide Di Stefano
3 comments
cinese riconoscimento facciale

Pechino, 4 dic – I cinesi ormai sono abituati al riconoscimento facciale. Dalla metropolitana ai pagamenti, dall’approvazione dei prestiti delle banche ad altri servizi, la scansione del volto è una pratica ormai piuttosto comune nell’ex Celeste Impero. Sono già 176 milioni le telecamere per il riconoscimento facciale già installate in tutto il Paese, che secondo i piani dovrebbero aumentare fino ad arrivare a quota 450 milioni entro il 2020. In Cina il tecno-controllo dei cittadini sembra una vera e propria ossessione (o quantomeno rispetto all’Occidente assume forme più stravaganti e palesi), come testimonia il progetto per i droni-spia a forma di uccello.

Compri un telefono? E io ti scansiono

Dunque non deve aver destato troppo scalpore tra i cinesi l’entrata in vigore, dal primo dicembre 2019, di una legge che obbliga le persone a sottoporsi ad una scansione facciale nel momento in cui sottoscrivono un nuovo contratto con una compagnia telefonica, sia che preveda l’acquisto di un telefonino o una connessione internet. La legge è stata voluta dal ministero cinese dell’Industria e della tecnologia. In questo modo il governo di Pechino potrà mettere le mani su una ulteriore enorme mole di dati che riguardano i propri cittadini, mettendo ancora più a rischio (se non proprio azzerando) la privacy individuale.

La solita scusa della sicurezza

Ufficialmente il ministero spiega che la misura è “a tutela di diritti legittimi e degli interessi dei cittadini online”. Insomma la solita solfa sulla sicurezza che in realtà nasconde la volontà di un controllo sempre più maniacale, così come da noi avviene ad esempio con le informazioni sempre più dettagliate richieste dai social network (“dacci il tuo numero di telefono e dicci dove abiti, è per la tua sicurezza”). Il timore è che il governo cinese utilizzi i dati per scopi repressivi soprattutto nei confronti delle minoranze, come gli uiguri musulmani o i tibetani. Ad ogni modo la deriva cinese non sembra discostarsi molto da quella occidentale. Solo che lì a schedare i cittadini ci pensa il governo, qui le multinazionali straniere.

Davide Di Stefano

You may also like

3 comments

Sergio Pacillo 4 Dicembre 2019 - 11:10

L’Europa sarebbe quasi pronta.
Gli europei forse no.

Reply
Fabio Crociato 5 Dicembre 2019 - 8:35

Ed io il cellulare (sic!), non lo compro se devo finire trattato come se fossi in galera… In Cina devono rivoltarsi e mettere nei campi di rieducazione certi capi che condannano il popolo a prescindere…

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati