Roma, 18 lug – La Costa D’Avorio è il più grande produttore al mondo di cacao. Come ogni prodotto dell’agricoltura, anch’esso produce tuttavia degli scarti che, se non trattati in maniera corretta, possono creare problemi di natura ambientale. Adesso però qualcuno ha avuto la brillante idea di usare questi scarti di lavorazione per alimentare una centrale a biomasse. Risolvendo così due problemi in uno: quello dell’accesso all’energia elettrica e quello della tutela dell’ecosistema.
In Costa d’Avorio gli scarti del cacao diventano energia
L’impianto a biomasse sarà realizzato nella città di Divo, che si trova in una delle regioni della Costa d’Avorio con la più alta produzione di cacao e produrrà abbastanza elettricità da soddisfare la domanda di 1,7 milioni di persone. La centrale, che sarà operativa nel 2023, verrà costruita dalla società ivoriana Société des Energie Nouvelles (Soden), con l’aiuto dell’agenzia al commercio e allo sviluppo degli Stati Uniti d’America. Una volta in funzione sarà in grado di produrre dai 46 ai 70 megawatt di energia all’anno. Contribuendo così a ridurre le emissioni di anidride carbonica per quasi 5 milioni di tonnellate.
Obiettivo: 42% di fonti rinnovabili entro il 2030
La realizzazione dell’impianto si pone nel solco della strategia di medio termine della Costa d’Avorio. La nazione africana produce, ad oggi, quasi tutta la sua energia da combustibili fossili. L’obiettivo è di raggiungere, entro il 2030, una quota pari al 42% di fonti rinnovabili. Il progetto avrà un costo stimato pari a circa 250 milioni di dollari. Non sarà però l’unico di questo tipo. Altri nove sono in cantiere in regioni ad alta intensità di coltivazioni, così da avere biomasse pronte per l’uso. Non solo: oltre a produrre elettricità, questi impianti forniranno anche una fonte di reddito extra ai coltivatori di cacao. I quali potranno dunque monetizzare dalla vendita di materiale di scarto che, altrimenti, andrebbe buttato.
Giuseppe De Santis