Home » Se la Germania ha ancora paura del “Mein Kampf”

Se la Germania ha ancora paura del “Mein Kampf”

by Adriano Scianca
0 commento

Mein KampfRoma, 26 feb – Ci sarà a breve un nuovo bestseller nelle librerie tedesche: il Mein Kampf di Adolf Hitler. Proibito per anni dalle autorità della Baviera che ne detenevano i diritti, da gennaio il testo programmatico del nazionalsocialismo vedrà scadere il copyright.

Via libera alla ristampa, quindi, ma sotto stretta vigilanza. La nuova versione, che forse verrà prodotta dall’Istituto tedesco di storia contemporanea, conterà 2000 pagine a fronte delle “sole” 700 del testo. Alle pagine hitleriane verrà infatti affiancato un apparato critico per scoraggiare interpretazioni differenti da quelle all’insegna della pubblica riprovazione da parte dei nuovi lettori che per la prima volta si troveranno tra le mani il libro maledetto.

Si consideri che in Germania è proibita la vendita di tutti i testi nazionalsocialisti, che possono essere consultati solo in biblioteca e per finalità esclusivamente accademiche. Non sappiamo, invece, se verrà mantenuta l’idea espressa nel 2012 dal ministro delle Finanze bavarese, Markus Soeder, che aveva addirittura annunciato che il Mein Kampf sarebbe stato adottato come libro di testo da tutte le scuole tedesche a partire dal 2016.

Sia come sia, sarà comunque divertente vedere lo svolgersi della vicenda, che promette risvolti decisamente grotteschi. L’isteria dei tedeschi rispetto al proprio passato comporta infatti contorcimenti mentali e giuridici che meriterebbero uno studio dedicato. Si consideri solo che alle Olimpiadi di Monaco 1972 agli atleti di casa fu espressamente ordinato di tenere un atteggiamento non marziale ma scanzonato e disinvolto, in modo da rassicurare gli osservatori esterni (ciononostante, nei Mondiali di calcio di Brasile 2014, è bastato ai tedeschi mostrare un po’ di ferocia agonistica contro i padroni di casa e un’esultanza un po’ troppo orgogliosa per sentirsi di nuovo sentir dire che “sotto sotto sono i soliti nazisti”).

E come dimenticare la polverizzazione della tomba di Rudolf Hess, maldestramente imitata anche in casa nostra con il luogo di sepoltura di Priebke tenuto nascosto? Ma cosa ci sarà mai in quei libri, in quelle tombe, in quei simboli di così pericoloso ancora oggi? Cosa succederebbe, per esempio, se i tedeschi potessero leggere il Mein Kampf senza le milletrecento pagine aggiuntive di note, spiegazioni, messe in guardia? Diventerebbero tutti nazisti?

La necessità di questa continua pressione, di un mantenimento puramente poliziesco della coscienza antinazista, quasi che al minimo rilassamento la “bestia immonda” possa rialzare la testa, dimostra del resto l’esatto contrario di ciò che vorrebbe provare: non una matura adesione ai valori della democrazia e una definitiva presa di coscienza degli “errori del passato”, bensì una estrema fragilità della nuova consapevolezza e una straordinaria capacità di attrazione di idee di cui pure non si cessa di descrivere il lato abominevole e repellente. Insomma, da come si comportano sembra davvero che sotto sotto siano sempre nazisti. O forse hanno solo paura di diventare tali.

Adriano Scianca

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati