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Dopo il caos di Roma, l’Olanda punisce i tifosi. I nostri, però

by La Redazione
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Feyenoord-RomaRotterdam, 26 feb – In molti si aspettavano le scuse dell’Olanda dopo i tafferugli di piazza di Spagna fra tifosi del Feyenoord e polizia. La risposta dello Stato nordeuropeo è stata invece di tutt’altro tipo: una stretta poliziesca sui tifosi. Non sui loro, però. Su quelli italiani.

Quanto sta accadendo proprio ora a Rotterdam, dove molti tifosi della Roma sono andati a seguire il match di ritorno con il Feyenoord, dà un po’ l’idea di come venga considerato l’italiano una volta attraversato il Brennero.

Secondo Fabrizio Grassetti, presidente dell’Unione Tifosi Romanisti, la situazione sarebbe questa: “Abbiamo subito dalla polizia olandese una vera e propria schedatura: ci hanno fatti scendere uno ad uno dal pullman, ci hanno fotografato e bloccato in aperta campagna per due ore e mezza sotto la pioggia. Appena atterrati, scesi dal nostro charter, siamo stati accolti sotto la scaletta da agenti che molto gentilmente ci hanno fatto salire su due pullman, scortati. Ci era sembrata un’ottima accoglienza.

Ma dopo una decina di minuti, fuori dall’aeroporto, i pullman si sono fermati in aperta campagna. Qui ci hanno fatti scendere uno ad uno, hanno fatto a ciascuno di noi due foto, una col viso e una con i documenti. Quindi ci hanno perquisiti, centimetro dopo centimetro, poi sono passati a perquisire i nostri bagagli. Tutta l’operazione – aggiunge Grassetti – è durata due ore e mezza, sotto la pioggia, senza avere la possibilità neanche di andare in bagno“.

Ottantetre tifosi romanisti, inoltre, sono al momento trattenuti nella stazione di polizia di Rotterdam, di fronte allo stadio De Kuip, in stato di fermo per effettuare dei controlli. Per ora nei loro confronti non è stato emesso alcun tipo di provvedimento. Si tratterebbe di tifosi arrivati in pullman da Amsterdam: secondo i media olandesi, al gruppo sarebbe stato imposto il divieto di circolare nel centro della città.

Questo invece il racconto che fa della vicenda l’avvocato Lorenzo Contucci, notoriamente vicino alle problematiche giudiziarie del mondo ultras, sulla sua pagina facebook: “Dopo essere stati controllati per due ore nei boschi, con esito ovviamente negativo, i tifosi sono stati portati in caserma e gli è stato detto che dovevano scendere dai pullman ed entrare nella stazione di polizia. Al loro rifiuto, in quanto già identificati e controllati, gli è stato riferito che allora sarebbero stati riportati a Roma. Nel momento in cui hanno detto ‘va bene, allora ritorniamo a Roma’, la polizia avrebbe detto, loro che a quel punto potrebbero arrestarli e fargli pagare la cauzione”.

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