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Rouen: ritardi e inefficienze, l’antiterrorismo gestito da Fantozzi

by Roberto Derta
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rouen2Roma, 29 lug – Si chiamano Adel Kermiche e Abdel Malik Petitjean gli assassini di padre Hamel. Il nome del primo terrorista di Rouen era già noto. Il secondo si è scoperto in queste ore. Il riconoscimento del secondo jihadista si era reso più complicato a causa di un colpo delle forze di sicurezza che lo aveva centrato in pieno volto, sfigurandolo. Per identificarlo, oltre all’esame del Dna eseguito grazie a un confronto con il codice genetico della madre, è stato importate anche il ritrovamento della sua carta di identità a casa di Adel Kermiche.

Petitjean non aveva sulle spalle altre condanne e la polizia non disponeva di sue impronte, tanto meno del suo Dna, cosa che ha reso più difficile il riconoscimento. Era tuttavia stato fatto oggetto di “fiche S”, la segnalazione che riguarda i possibili jihadisti, dalla fine dello scorso giugno. Era infatti conosciuto dalla polizia per aver tentato di raggiungere la Siria e arruolarsi nell’esercito del Califfato passando per la Turchia. Dopo averlo fermato il 10 giugno, i servizi segreti turchi hanno tuttavia aspettato 15 giorni per comunicare la notizia agli omologhi francesi. A quel punto è partita la classificazione come potenziale jihadista, ma Abdel era già rientrato in Francia in totale tranquillità, l’11 giugno, senza che nessuno lo sapesse. Per l’antiterrorismo francese era ancora in Turchia.

Solo quattro giorni prima dell’omicidio nella chiesa, l’unità di coordinamento della lotta antiterrorista (Uclat) aveva diffuso una nota nella quale affermava di aver ricevuto, da un servizio straniero, un’informazione su un individuo “che sarebbe pronto a partecipare a un attentato sul territorio nazionale“, la segnalazione non aveva un nome ma una foto, decisamente molto simile a quella di Abdel Malik Petitjean. Nessuno però ha messo in collegamento la foto con il nome. Adel e Abdel erano quindi uniti dalla frustrazione per non aver potuto raggiungere la Siria. Non potendo andare a tagliare teste laggiù, hanno deciso di farlo qui. A parte questo particolare, non è chiaro come i due siano entrati in contatto: Petitjean viveva in Savoia, a 700 km di distanza dal compare.

Intanto mettono i brividi i messaggi audio inviati via Telegram da Kermiche, che ha come foto del profilo l’immagine del califfo dell’Is al-Baghdadi: “Prendi un coltello, vai in una chiesa e fai una carneficina. Tagli due o tre teste, poi è finita”, si sente in uno dei messaggi.

Roberto Derta

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