Roma, 25 giu – La risposta della Corte di Strasburgo alla richiesta di intervento inoltrata ieri dalla Ong Sea Watch dovrebbe arrivare nel pomeriggio. Lo rende noto AdnKronos. La Sea Watch 3, in navigazione da 13 giorni, si trova di fronte a Lampedusa con un carico di 42 immigrati irregolari e ora spera di ottenere qualcosa facendo pressioni alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Il parere della Ong

La portavoce della Ong Giorgia Linardi ha però precisato: «Rispetto alla notizia del ricorso urgente alla Corte dei diritti umani, che non è stata diffusa da Sea Watch, commentiamo dicendo che effettivamente è stato fatto un ricorso non dall’organizzazione, ma dai singoli individui presenti a bordo che hanno adìto la Corte europea per tutelare i propri diritti». Il ricorso «è stato fatto in riferimento all’articolo 3 che descrive quello a bordo come un trattamento inumano e degradante» e con esso «si chiede quindi alla Corte di indicare all’Italia delle misure che possano in qualche modo ridurre la sofferenza a cui le persone a bordo sono costrette in questo momento nell’interesse della tutela della loro dignità».

“L’Italia faccia la propria parte”

Il vice presidente del gruppo dei Deputati PD Andrea Martella ha spiegato in una nota il disappunto per il «silenzio dell’Europa» che si deve responsabilizzare, poi lo ha corretto auspicando che «l’Italia faccia la propria parte». Intanto a Torino, pentastellati e Chiesa vanno a braccetto, con monsignor Nosiglia che avverte «Come ha sempre fatto, anche in altre circostanze analoghe, la chiesa di Torino è disponibile ad accogliere senza oneri per lo Stato questi fratelli e sorelle al più presto, se questo può servire a risolvere il problema» e la Appendino che plaude l’iniziativa.

Il vicepremier non cede

Il ministro dell’Interno Salvini rimane comunque saldo sulle sue posizioni. «L’Unione europea vuole risolvere il problema Sea Watch? Facile. Nave olandese, Ong tedesca: metà immigrati ad Amsterdam, l’altra metà a Berlino. E sequestro della nave pirata. Punto». Gli fa eco Giorgia Meloni: «Paradossale che la Corte di Strasburgo chieda all’Italia risposte sullo sbarco della Sea Watch. È l’Olanda, la cui bandiera sventola sulla nave Ong, a doverci dire se riconosce l’imbarcazione come olandese e a farsene carico. In caso contrario trattasi di nave pirata: si trasbordano i passeggeri, l’equipaggio si arresta e la nave si affonda».

Cristina Gauri

 

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

3 Commenti

  1. Se questa prova a sbarcare auguriamoci che la arrestino immediatamente per il reato, perchè di reato si tratta, di favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina.Se trattasi di nave pirata, giustissimo quello che dice la Meloni; và affondata senza indugio

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