Il presidente russo Vladimir Putin già ieri dopo il primo attentato ha ordinato un rafforzamento delle misure di sicurezza in tutto il paese che si prepara ad ospitare a Sochi le olimpiadi invernali, con inizio dei giochi tra poco più di un mese, che gli antiputiniani intendevano boicottare per le leggi antigay e che adesso c’è da chiedersi che posizione assumeranno.
Intanto con questi attentati terroristici pare iniziata l’annunciata strategia della tensione da parte dei terroristi caucasici di Doku “Dokka” Umarov, leader dei guerriglieri ceceni che aspirano a un Emirato del Caucaso in Russia e che hanno rivendicato sia l’attentato alla metropolitana di Mosca del 2010 che l’attentato all’aeroporto della capitale russa nel 2011. Già a luglio Umarov aveva annunciato di voler colpire i “satanici” giochi olimpici e non sembra un caso che sia stata colpita proprio Volgograd, città simbolo della Russia che aveva sconfitto il terrorismo ceceno.
Se le Olimpiadi dovevano servire a Putin per mostrare la rinascita della Russia, essere quindi il palcoscenico di una potenza tornata ad essere tale a livello internazionale, questi attentati hanno chiaramente lo scopo di minare la credibilità stessa del governo russo. Sono quindi un attacco al cuore di una nazione che ha deciso di tornare ad alzare la testa e che di conseguenza si è creata molti nemici, non sempre evidentemente pacifici e non violenti.
Eugenio Palazzini