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Uno sguardo dal vivo alla situazione in Crimea

by Lorenzo Berti
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Crimea, reportage

Sinferopoli, 10 set – Nota al grande pubblico come meta prediletta per i soggiorni estivi da tutte le più importanti personalità russe, la Crimea rappresenta oggi uno dei più caldi e importanti fronti geopolitici aperti in Europa, dopo il referendum del 2014 che ne ha sancito il ritorno sotto la sovranità della Federazione Russa.

Una penisola contesa 

Dopo la caduta dell’Impero Bizantino e la breve conquista da parte delle due Repubbliche Marinare di Venezia (prima) e Genova (dopo), la Crimea fu per circa tre secoli sotto il dominio dell’Impero Ottomano. Al termine di numerose e sanguinose guerre susseguitesi per oltre cinquanta anni, nel 1792 la penisola entra a far parte dei territori dell’Impero Russo. Dopo la Rivoluzione d’Ottobre fu dichiarata Repubblica Socialista Sovietica Autonoma in seno alla SFSR russa.

Divenuta famosa a livello mondiale per aver ospitato nel febbraio del 1945 la Conferenza di Yalta tra i leader delle potenze Alleate (Usa, Inghilterra e Urss), nel 1954 fu ceduta dall’allora presidente sovietico Nikita Krusciov alla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina. In seguito al colpo di Stato anti-russo del 2014 in Ucraina, il Consiglio Supremo della Repubblica Autonoma di Crimea decise di non riconoscere il nuovo governo e proclamò un referendum per chiedere l’adesione alla Federazione Russa. Oltre il 95% dei residenti si espresse a favore di questa opzione e così il parlamento russo ratificò ufficialmente l’incorporazione. Tale procedimento non viene a tutt’oggi riconosciuto come valido da Stati Uniti e Unione Europea, che continuano a sostenere la sovranità dell’Ucraina su quei territori.

Sviluppo e rinascita grazie agli investimenti russi

Viaggiando per la penisola saltano immediatamente agli occhi i numerosi investimenti infrastrutturali messi in atto dalla Russia post riunificazione. Dal rinnovato aeroporto di Simferopoli al ponte sullo stretto di Kerch, ma anche numerose opere ‘minori’ come autostrade, ferrovie etc. Sono attivi inoltre importanti programmi nazionali per lo sviluppo di settori strategici per l’economia della Crimea quali agricoltura e turismo.

Crimea, reportage

Yalta, sul tetto del Palazzo Livadia, residenza estiva dell’ultimo Zar Nicola II

Parla il sindaco di Alusta

“La differenza con il periodo ucraino è notevole – dice al Primato Nazionale il sindaco della città di Alusta, Galina Ogniova – grazie agli aiuti da parte del governo centrale abbiamo raddoppiato il numero di scuole in città da sette a quattordici, costruito sedici appartamenti per bambini orfani, potenziato notevolmente l’operato dei servizi sociali e fornito aiuto alle famiglie, ma solo quelle tradizionali non Lgbt. Il governo di Kiev si occupava della Crimea solo per riscuotere le tasse, non c’era nessun interesse neanche nel promuovere il turismo. L’esito del referendum nel 2014 è stato chiaro, la Russia non ha occupato la Crimea ma è la Crimea che ha deciso di tornare a far parte della Russia. Ci spiace per le sanzioni in atto, che scoraggiano molti possibili investitori stranieri, ma al tempo stesso ci hanno permesso di sviluppare maggiormente alcuni settori dell’economica locale”.

Intervista al sindaco di Alusta

Più turisti che militari

Tra alberghi tutti esauriti e spiagge piene, non vi è la sensazione di vivere in un territorio soggetto ad occupazione militare nemica, come invece racconta certa narrativa globalista. Attualmente la sovranità russa sulla Crimea è riconosciuta solamente da pochissimi paesi, ma vista la sua alta importanza strategica anche dal punto di vista militare (a Sebastopoli vi è la principale base militare navale della Flotta del Mar Nero) è difficile pensare che possa esserci qualche cambiamento rispetto alla situazione ‘de facto’ nel prossimo futuro.

Spiaggia di Alusta

Lorenzo Berti

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1 commento

fabio crociato 10 Settembre 2021 - 2:11

Arrivarci da ovest, su gomma, oggi bisogna fare un giro della madonna! Non si può più tirar dritto da una città, molto carina e un po’ “farabutta” come Odessa. Peccato.

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