Damasco, 26 lug – Una serie di attentati simultanei nel sud della Siria, compiuti da terroristi affiliati all’Isis, ha provocato la morte di decine di persone. Secondo alcuni media internazionali gli attacchi del sedicente Stato islamico avrebbero causato oltre duecento morti. Un drammatico bilancio, se confermato, per quella che a tutti gli effetti sarebbe una delle stragi più sanguinose dall’inizio del conflitto siriano. Un bilancio purtroppo parziale, come sempre in questi casi.
Gli attacchi dell’Isis si sono verificati in alcuni villaggi nei pressi della città di Sweida. Alcuni abitanti della zona sarebbero stati rapiti dall’Isis, mentre altri sarebbero addirittura riusciti a catturare alcuni jihadisti giustiziandoli sul posto. L’agenzia di stampa siriana Sana riferisce che due attentatori sono poi stati uccisi dall’esercito siriano. Nella mattinata di oggi è arrivata la condanna dell’Onu per “gli attacchi ai civili”, come ha fatto sapere il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite in Siria, Ali Zaatari.
“Questo nuovo atto criminale dell’Isis conferma la necessità di coordinare gli sforzi della comunità internazionale per sradicare questo male universale sul suolo siriano”, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergeij Lavrov. Gli attentatori farebbero capo a Jaish Khaled bin al-Walid, gruppo di jihadista i cui combattenti hanno giurato fedeltà all’Isis. L’esercito di Assad è riuscito a cacciarli dalla zona degli attentati.
Eugenio Palazzini
Siria, serie di attentati dell'Isis nel sud: centinaia di morti
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