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Vertice di Vienna sul cessate il fuoco in Siria: la Russia non sostiene Assad

by Paolo Mauri
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Il Ministro degli Esteri russo Lavrov ed il Segretario di Stato Kerry a Vienna

Il Ministro degli Esteri russo Lavrov ed il Segretario di Stato Kerry a Vienna

Vienna, 18 mag – Dopo la Libia a Vienna si è parlato anche della Siria: i 17 rappresentanti dei dicasteri agli Esteri dei Paesi che formano il Gruppo Internazionale di sostegno hanno raggiunto un accordo per trasformare la tregua in un vero e proprio cessate il fuoco tra l’Esercito siriano e i sedicenti ribelli moderati.

In particolare sono stati il Segretario di Stato Usa, John Kerry e il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, a chiedere l’immediata cessazione delle ostilità in Siria. Kerry in particolare ha sottolineato come il presidente siriano Bashar al-Assad, e i “suoi sostenitori” non saranno “mai al sicuro” se non ci sarà la pace in Siria, ribadendo che il cessate il fuoco deve valere su tutto il territorio siriano e non solamente in alcune zone. Parole che suonano come una minaccia diretta verso Assad ed i suoi tentativi di ristabilire l’ordine ma stemperata, piuttosto debolmente in effetti, dalla successiva dichiarazione del Segretario di Stato quando afferma che chiunque violi la tregua potrà essere espulso dal processo negoziale.

Il Ministro degli Esteri russo Lavrov dal canto suo ha affermato che “La Russia si è assunta la responsabilità di lavorare più attivamente con il governo siriano mentre gli Usa con l’opposizione. La Russia e gli Usa hanno una responsabilità particolare affinché le decisioni prese al livello del consiglio di sicurezza dell’Onu e del gruppo internazionale per la Siria siano eseguite”. Ma quello che ci preme sottolineare del discorso di Lavrov è un passaggio in cui per la prima volta viene presa una posizione netta nei confronti del governo di Bashar al-Assad, il Ministro ha infatto dichiarato che “La Russia non sostiene Assad, ma la lotta al terrorismo”. Una frase perentoria e inequivocabile usata per smarcarsi dalle parole di Kerry nella conferenza a conclusione del Gruppo di sostegno sulla Siria. “Non si vede sul terreno una forza più reale ed efficace, malgrado tutte le sue debolezze, dell’esercito siriano e delle forze di opposizione con cui abbiamo avviato un dialogo” ha poi aggiunto.

Alcuni potrebbero leggere un modo di giustificare agli occhi degli Usa, dei paesi occidentali e del Golfo l’enorme aiuto militare ed economico fornito dalla Russia alla Siria in questi ultimi mesi, ma riteniamo che queste parole rappresentino un ulteriore smarcamento di Mosca dopo aver aperto nei mesi scorsi ad un possibile futuro senza Assad, purché sia garantita la volontà del popolo siriano. Del resto gli interessi russi nell’area sono molto forti, e collidono con quelli degli Usa e soprattutto dell’Arabia Saudita, alleati sempre più ambigui degli americani: oltre alla base navale di Tartus e a quella aerea di Latakia, che potrebbe diventare una base permanente, la Russia vede nella Siria uno sbocco sul Mediterraneo anche per i propri gasdotti, che le permetterebbe di raggiungere l’Europa aggirando la Turchia e soprattutto l’Ucraina, considerando che il South Stream è stato recentemente bloccato. Inoltre non è da escludere il futuro sfruttamento da parte di compagnie petrolifere russe delle riserve di idrocarburi poste nella parte del “Bacino petrolifero del Levante” di competenza siriana.

Bashar al-Assad sembrerebbe quindi avere i giorni contati anche in considerazione delle parole del Segretario di Stato quando dice che il primo di agosto, data di avvio dei colloqui per la transizione politica in Siria, è “un obiettivo, non una scadenza”. Le dichiarazioni di Mosca quindi rappresentano un bell’esempio di realpolitik: da un lato hanno assicurato, in modo ambiguo per la verità, che Mosca sarà garante della volontà popolare siriana, dall’altro, dicendo che non sostengono Assad ma solo la sua lotta al terrorismo, si sono assicurati una sorta di “tregua diplomatica” con Washington in modo da avere campo libero per i propri interessi economici e geopolitici. Chapeau!

Paolo Mauri

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6 comments

Gab 18 Maggio 2016 - 5:08

“Chapeau” a tutti, tranne all’Europa che, al solito, guarda gli altri che espandono le proprie sfere d’influenza alle spese delle proprie.

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Paolo 21 Maggio 2016 - 3:11

Non posso che concordare con lei, vergognandomi profondamente della condotta di questa europeetta, banchiera e canaglia, amministrata da una incredibile accozzaglia di mez*e seg*e, frau angelona in testa.

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Andrea Donbass 19 Maggio 2016 - 12:24

Non sono d’accordo con l’analisi fatta,superficiale e semplicistica in geopolitica le affermazioni non si leggono alla lettera.La russia non abbandonera’ Assad e nemmeno la Siria.

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An 20 Maggio 2016 - 10:25

Giusto, anzi viste le menzogne del regime usa sta arrivando la porta aerei con i nuovi Mi29

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Paolo Mauri 20 Maggio 2016 - 6:29

Questo articolo nasce appunto perché le affermazioni non sono state lette “alla lettera” ma sono state confrontate con quanto la Russia sta facendo in Siria (l’appoggio aereo ai “ribelli moderati” fatto recentemente è lì a dimostrarlo). Che la Russia non abbandonerà la Siria è un dato di fatto, come è stato scritto, che non abbandonerà Assad è un altro paio di maniche, e tutto da vedere.

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Paolo 21 Maggio 2016 - 3:08

La situazione è indubbiamente molto fluida, e come tale sensibile a continui e repentini mutamenti. Quello che anche secondo me è certo è che la Russia ovviamente giocherà le sue carte onde ottenere l’ assetto per essa più conveniente e più “gestibile”, come è giusto e logico che sia, secondo i dettami della “realpolitik” e tenendo conto dei continui tentativi di disturbo (spesso puerili e provocatori, ma in ogni caso da non sottovalutare) che riceve, da parte degli usa.

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