Atene, 9 nov – Pubblichiamo la traduzione dell’intervista della giornalista greca Tatiana Stephanidou a Lampros Fountoulis, padre di Giorgos, uno dei due ragazzi uccisi nell’agguato alla sede di Alba Dorata.
Lampros Fountoulis: “Ciò che voglio dire, è che spero che ciò che è successo a noi non debba mai accadere a nessun altro genitore. Sottolineo a nessuno. Il sangue di ragazzi innocenti versato per un’esecuzione in strada non giova a nessuno, non importa a quale ideologia questi ragazzi appartengano. Questo è ciò che voglio dire. Il sangue dovrebbe essere qualcosa che doniamo a persone che ne hanno bisogno, non deve essere sprecato versandolo nelle strade. Da anni combattiamo per la nostra altra figlia che è disabile e richiede particolare attenzione, cercando di dare ai nostri figli tutto il possibile, e ci sono altre migliaia di famiglie come la nostra.
Avete detto qualcosa a proposito della dignità, i Greci hanno dignità. E’ con questa morale e questa dignità che i nostri genitori ci hanno cresciuto, ed è esattamente questa morale e dignità che ho cercato di trasmettere a mio figlio.
Mio figlio era un ragazzo affettuoso, con il cuore d’oro, che non ha mai fatto male a nessuno, nemmeno ad una formica.
Era disgustato da tutto il sistema politico e ha vissuto in prima persona tutte le difficoltà inflitte alla nostra famiglia, tagli salariali, disoccupazione e tutte le difficoltà per cure e medicine, era deluso. Sperava in qualcosa di meglio, da qui la decisione di aderire ad Alba Dorata, nella speranza di qualcosa di meglio per il futuro.
Ma Giorgos non era un fascista, anche se tutti lo stanno presentando come tale. Io so che ragazzo era perché l’ho cresciuto, e ieri (al funerale di lunedì, n.d.r.), siamo stati onorati di trovare migliaia di persone che stavano dalla nostra parte, mentre lo accompagnavamo alla sua ultima dimora con dignità, ero commosso. Pensavo di essere l’unico a conoscere il mio ragazzo, invece tutte queste persone sapevano chi fosse per rendergli un tale tributo. Non voglio aggiungere altro, vi ringrazio per averci avvicinato così e per aver parlato di questo argomento con sensibilità, come avete fatto.
Una cosa è certa, io non voglio vedere più, non voglio vedere mai più scene di questo tipo, con ragazzini che giacciono sulla strada. Non sono il tipo di padre, come posso dire … il padre che distrugge gli ideali di suo figlio, ogni ragazzo deve potere credere a tutto quello che vuole, e lui o lei difende le sue convinzioni con parole, azioni e idee. Altri vogliono farci credere che con una violenza cieca, potranno riuscire a sconfiggere altre idee. Beh, le idee non possono essere uccise.
Sono orgoglioso di mio figlio, sono orgoglioso delle sue idee e non ho altro da aggiungere.
Giornalista: Signor Fountoulis, lei ha chiesto che nessun partito politico venisse coinvolto al funerale di suo figlio?
Lampros Fountoulis: Sì, nessun partito politico.
Giornalista: Nessun politico, nessuna qualsiasi forza politica specifica, lei ha chiesto alla gente di venire al funerale solo come amici.
Lampros Fountoulis: Sì, alcuni giovani mi hanno chiesto: “Possiamo venire al funerale, come amici?”, e se il funerale fosse aperto al pubblico, “L’intenzione è quella che la cerimonia sia privata o pubblica ?”. E io ho detto loro:” Sarà un funerale pubblico, venite al suo funerale come amici, non come sostenitori di Alba Dorata”, hanno rispettato le mie parole, ed ho apprezzato molto, voglio ringraziarli dal profondo del mio cuore per essere venuti da amici ed averlo onorato come un eroe.
Giornalista: Vorrei che mi dicesse qualcosa di più sull’istituto Sigitaridio, dal momento che, come famiglia, avete sperimentato l’assenza dello Stato nella vostra vita e l’assenza dello Stato nella vita del vostro bambino il più piccolo della vostra famiglia [parlando del loro secondo figlio handicappato]. Questa bambina, affetta da sindrome di Down è stata ospitata dall’istituto Sigitaridio, ed era solita andare in quella scuola.
Lampros Fountoulis: mia figlia è ancora in quella scuola: quest’anno l’istituto funziona di nuovo.
Giornalista: Lei ha detto che l’istituto è stato chiuso lo scorso anno per un paio di mesi.
Lampros Fountoulis: Sì, lo scorso anno l’istituto è stato chiuso per cinque mesi.
Giornalista; Perché?
Giornalista: E vorremmo chiedere alle persone di contribuire a questa iniziativa. Vorrei concludere con un’ultima domanda. Suo figlio militava in Alba Dorata da molto tempo, in altre parole, era un quadro di Alba Dorata?
Lampros Fountoulis: In che senso un quadro, signorina Tatiana? Mio figlio è stato membro e attivista di Alba Dorata.
Giornalista: Capisce perché le chiedo questo?
Lampros Fountoulis: So cosa vuole dire, probabilmente perché lo ha visto portare una divisa e tenere e una bandiera.
Giornalista: No, per essere sinceri, è stata pubblicata su internet poco prima dell’inizio dell’intervista, penso circa dieci minuti fa, una foto di suo figlio con Kasidiaris durante un’escursione in montagna.
Lampros Fountoulis: Lo so, lo so
Giornalista: Beh da questa foto, è sorto un dibattito riguardo il fatto che forse suo figlio, Giorgos, conosceva personalmente Ilias Kasidiaris …
Lampros Fountoulis: Sì, lei sta dicendo che era un dirigente?
Giornalista: No, non è quello, è un’altra cosa che voglio domandarle. Forse il fatto che il giovane avesse contatti con questo Ilias Kasidiaris e che ci fossero alcune foto con lui su internet, potrebbe essere stato il motivo per cui è stato preso di mira.
Lampros Fountoulis: No, non è stato preso di mira per questo, il tiro era cieco, volevano ucciderli tutti, volevano il sangue,avrei potuto esserci io, avrebbe potuto esserci chiunque altro che passava lì in quel momento, peraltro Giorgos non era nemmeno negli uffici di Alba Dorata, era lì per un caffè con un suo amico per discutere di lavoro, perché la madre di Giorgos aveva trovato un lavoro per lui, ed erano in procinto di partire, avevano bevuto il caffè e se ne stavano andando.
Giornalista: Il motivo per cui le chiedo questo – se posso – è che Ilias Kasidiaris è una persona estremamente in vista [emotivamente, provocando dibattiti violenti nella classe politica e non solo] e rappresenta questa particolare parte politica [Alba Dorata], questi contatti che suo figlio aveva con lui e le foto pubblicate con lui potrebbero aver causato tutto questo…
Lampros Fountoulis: No, non c’era nessun collegamento con questo, non so se tutto ciò era così ben organizzato, ma non c’era alcun motivo per mio figlio di essere “marchiato” e preso di mira per le ragioni che descrive, voglio dire … Come spiegare … non era un membro importante di Alba Dorata o in qualche modo vicino alla leadership del partito. Semplicemente aveva sempre un sorriso luminoso sul volto, tutti erano attratti da lui e volevano trascorrere del tempo con lui. Era un ragazzo con un grande cuore, non posso cancellare le idee e le convinzioni di mio figlio. Mio figlio era disgustato da tutto il sistema politico marcio e ha cercato di trovare qualcosa di diverso, di più puro, era sempre in cerca di qualcosa di meglio. Come tutti gli altri ragazzi.
Giornalista: E posso dirle un’altra cosa, signor Fountoulis, forse suo figlio e forse l’altro ragazzo Kapelonis, che non era in Alba Dorata che da un anno, da quando aveva terminato gli studi universitari l’anno scorso, avrebbero potuto non essere più in Alba Dorata nel giro di un anno. Questa magari era solo la ricerca ideologica di un giovane ragazzo. In altre parole, Kapelonis ha deciso di essere fascista improvvisamente a 21 anni, quando ha avuto un padre che era un sindacalista PASOK [Partito socialista greco] da tanti anni.
[A questo punto, la giornalista non è rivolta verso la telecamera. Guarda costantemente altrove, cercando alla sua sinistra, come se altre persone le suggerissero cosa dire]
Erano solo ragazzi che cercavano di trovare un partito politico al quale appartenere.
Lampros Fountoulis: I ragazzi stavano frequentando Alba Dorata per ascoltare qualcosa di diverso. Andavano per ascoltare un’altra voce, un’altra possibilità. Persone che non cercano di rubare, persone che non cercano di nascondere le cose, che non dicono una cosa e ne fanno un’altra, che non mentono, non rovinano le nostre vite, ma, sa, c’è una responsabilità di tutto il sistema politico. La responsabilità è di tutto il sistema politico. Quando tutti i media e tutti i canali cominciano a giudicare, arrivano con le loro ingiunzioni, condannano e istigano una parte contro l’altra, poi alcune persone cercano di approfittare di questo.
Ecco perché io dico: fermare questo male ora.
Grazie mille.
Giornalista: Signor Fountoulis, la mia ultima domanda è: dopo la morte di Pavlos Fyssas [rapper di estrema sinistra ucciso in una rissa], non era preoccupato per suo figlio?
Lampros Fountoulis: Certo che ero preoccupato, ovviamente ho avuto delle preoccupazioni.
Giornalista: Ha denunciato il fatto che i sostenitori di Alba Dorata avessero comprato giubbotti antiproiettile per proteggere se stessi e la polizia greca li avesse sequestrati di recente.
Lampros Fountoulis: io non so di cosa parli, questa è la prima volta che sento una cosa del genere.
Giornalista: Si, hanno comprato dei giubbotti antiproiettile trovati negli uffici di Alba Dorata insieme alle armi.
Lampros Fountoulis: Quali armi? Quali armi signorina Tatiana?
Giornalista: uh…beh… [guardando di nuovo alla sua destra, visibilmente a disagio ora]
Lampros Fountoulis: Mio figlio mi ha detto che una volta è stato detto loro di gettare nel bidone della spazzatura di una strada cinque aste di bandiere e la polizia li ha arrestati – non mio figlio, gli altri ragazzi che erano lì – e portati alla stazione di polizia per tutta la notte con l’accusa di possesso di armi, sostenendo che le aste di queste vecchie bandiere fossero armi. Non erano armi, erano solo cinque aste di bandiere che gli era stato detto di gettare nella spazzatura.
Giornalista: Penso che questa dichiarazione a proposito dei giubbotti antiproiettili sia stata fatta dallo zio di Giorgos.
Lampros Fountoulis: Sono le persone della sicurezza delle sedi di Alba Dorata che volevano indossare giubbotti antiproiettile, come nelle banche si vedono tuttora dipendenti della sicurezza che indossano un giubbotto antiproiettile senza tenere con sé un’arma da fuoco, e, quindi, c’erano dei giovani che stavano al di fuori della sede indossando giubbotti, non mio figlio, altri.
Dal momento in cui la polizia e il ministero dell’Interno hanno cessato di adottare misure per garantire la loro sicurezza, si sono assegnati il compito di proteggere da soli la sede.
Questo Venerdì [il giorno in cui la sparatoria ha avuto luogo], non vi era alcuna protezione, [lo Stato] ha reso molto facile sparare contro i giovani e il loro omicidio, sa cosa intendo no?
Nessuno mi può convincere che non potessero mandare una macchina della polizia o due moto della polizia davanti alla sede, come facevano in passato, mentre hanno inviato 5.000 poliziotti per la partita tra Olympiakos e Panathinaikos [due squadre di calcio].
Questo è tutto quello che volevo dire signorina Tatiana, grazie. Arrivederci.
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