Pechino, 9 sett – L’importante testata cinese Global Times ha etichettato il miliardario americano di origine ungherese George Soros come “terrorista economico globale”.
Soros, “terrorista economico globale”
Secondo quanto riporta AsiaTimes, l’articolo, pubblicato il 4 settembre accusa Soros di aver fornito finanziamenti al proprietario del giornale di Hong Kong, Jimmy Lai, per sostenere le proteste anti-Pechino della città nel 2019. All’epoca Soros scrisse un editoriale per il Wall Street Journal che affermava come il recente investimento di 6,7 miliardi di yuan (1 miliardo di dollari) in Cina da parte di BlackRock, con sede a New York, fose stato un “tragico errore”. Il miliardario scrisse che l’investimento di BlackRock mettava “in pericolo gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.
Le accuse del miliardario alla Cina
Sempre Soros, in un articolo del 30 agosto pubblicato sul Financial Times, affermava che il giro di vite del presidente cinese Xi Jinping sulle imprese private è stato “un freno significativo per l’economia cinese” e “potrebbe portare a un crollo”. Il miliardario ha esortato il Congresso degli Stati Uniti ad approvare una legislazione che limiti gli investimenti dei gestori patrimoniali alle “aziende in cui le strutture di governance effettive sono sia trasparenti che allineate con le parti interessate”.
“Il coccodrillo finanziario”
Soros, 91 anni ha una relazione di amore-odio di lunga data con la Cina. Durante la crisi finanziaria asiatica nel 1997-98, ha cercato di rompere l’ancoraggio del dollaro di Hong Kong al dollaro USA, ma alla fine è stato sconfitto dal governo di Hong Kong, che è intervenuto pesantemente sui mercati. In quell’occasione, a Soros venne affibbiato dai media locali il soprannome di “coccodrillo finanziario” …
Ilaria Paoletti
1 commento
George Soros è stato indubbiamente un cinico operatore economico-finanziario, oggi ai resti.
Parliamo piuttosto della Cina, delle sue nove banche tra le dieci più potenti del mondo (tra le quali una “interessante” Hsbc-China), a dimostrazione del saccheggiare semi-globale di un capitalismo coperto dal maoismo e dai suoi sviluppi sempre più deleteri.
Il termine “terrorista” lasciamolo agli altri, non vuol dire un bel niente, salvo in ambito manicomiale.
A proposito, forse viviamo già in un manicomio ?