Alessandria, 9 set — Sentiva le voci — o almeno così ha riferito alle forze dell’ordine — e per questo ha massacrato il cugino nel sonno percuotendolo con una spranga di ferro: per questo motivo un immigrato maliano è finito in manette con l’accusa di tentato omicidio. Questa l’ipotesi di reato per la quale martedì la Polizia di Alessandria ha eseguito il fermo di indiziato emesso dalla Procura della Repubblica di Alessandria. Lo straniero avrebbe cercato di ammazzare il parente colpendolo più volte al capo a colpi di spranga. Lo riferisce Il Piccolo.

Reo confesso

E’ stato proprio lo stesso maliano autore dell’aggressione a presentarsi alla Questura di Alessandria confessando l’aggressione. L’uomo si è presentato ai tutori dell’ordine riferendo di avere ucciso il cugino con cui divideva la propria abitazione a Castelceriolo. Immediato l’intervento delle volanti che hanno fatto irruzione nell’appartamento ritrovando il cugino del maliano, fortunatamente ancora vivo.

Massacrato

La vittima, un 25enne bracciante agricolo, giaceva in stato confusionale presentando svariate ferite lacero-contuse alla testa. Soccorso dal personale medico arrivato sul posto a bordo di un’ambulanza, è stato immediatamente trasportato e ricoverato presso l’Ospedale SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo. Lì gli sono state riscontrate un’emorragia cerebrale e numerose fratture della teca cranica. La scena che si è presentata davanti agli occhi degli agenti era da mattatoio: sangue sul letto del cugino, impronte ematiche sui muri e pozze sui pavimenti.

Il maliano è finito in manette

L’attività investigativa condotta dal personale della Squadra Mobile, coordinata dalla Procura della Repubblica di Alessandria, ha consentito di raccogliere numerosi elementi di prova; ad essi si è sommato l’interrogatorio del maliano, nel corso del quale il ragazzo ha reso piena confessione. Avrebbe riferito di aver colpito con una grossa spranga di ferro il cugino, mentre quest’ultimo era addormentato, «guidato» dalle voci nella sua testa che lo insultavano e lo prendevano in giro, fino a portarlo a compiere il folle gesto.

Il concreto pericolo di fuga dell’indagato ha portato il pubblico ministero ad emettere un decreto di fermo a carico del maliano. Il provvedimento è stato immediatamente eseguito negli Uffici della Squadra Mobile. L’immigrato è stato tradotto in carcere dove resta in attesa della convalida del fermo. Nel frattempo rimane riservata la prognosi dell’aggredito.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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