Roma, 26 feb – Gli Stati Uniti bombardano la Siria. Cinque raid aerei americani, ordinati dal presidente americano Joe Biden, sono stati condotti nella notte al confine con l’Iraq. Nell’attacco sono morte almeno 17 persone che secondo il Dipartimento di Stato Usa facevano parte di milizie “sostenute dall’Iran”. Il Pentagono fa sapere inoltre che i raid sono stati effettuati come risposta ai recenti attacchi dei gruppi armati filo-iraniani in Iraq.
Gli Stati Uniti bombardano la Siria, “sotto la direzione Biden”
“Sotto la direzione del presidente Biden, le forze militari statunitensi questa sera hanno condotto attacchi aerei contro gruppi nella Siria orientale. Questi attacchi sono stati autorizzati in risposta ai recenti attacchi contro il personale americano e della coalizione in Iraq, e alle continue minacce a quel personale”. E’ quanto scritto in una nota dal portavoce del Pentagono, John Kirby. Interessante notare come venga rimarcato che i raid sono avvenuti “sotto la direzione” di Biden, così da segnalare a tutti il cambio di rotta con la precedente amministrazione Usa.
“Siamo fiduciosi sull’obiettivo che abbiamo attaccato, siamo convinti che era usato dalla stessa milizia sciita che ha condotto gli attacchi” contro basi Usa nel Kurdistan iracheno. Lo stesso Kirby spiega poi che i bombardamenti hanno distrutto alcune strutture usate in territorio siriano da alcune milizie sostenute dall’Iran. Tra queste Kait’ib Hezbollah e Kait’ib Sayyid al-Shuhada.
L’obiettivo Usa e il messaggio di Biden all’Arabia Saudita
Ma qual è il reale obiettivo degli Stati Uniti? Stando sempre al comunicato del Pentagono, “l’operazione invia un messaggio inequivocabile: il presidente Biden agirà per proteggere il personale americano e della coalizione. Allo stesso tempo, abbiamo agito in modo deliberato mirando a migliorare la situazione generale sia nella Siria orientale che in Iraq”.
In realtà questi bombardamenti rischiano soltanto di destabilizzare ulteriormente l’area mediorientale. L’obiettivo Usa non è poi un altro. Perché guarda caso questi attacchi arrivano quasi in contemporanea con il colloquio telefonico tra Joe Biden e Salman, re dell’Arabia Saudita. I cacciabombardieri F-15 statunitensi hanno colpito delle milizie sciite lanciando dunque un chiaro messaggio a Riad e ai partner di Washington nel Golfo. Ovvero: l’aria è cambiata, stracciamo il disimpegno Usa e torniamo a farci sentire militarmente in Siria e in Iraq.
I progressisti di tutto il mondo uniti hanno brindato alla vittoria di Joe Biden. Con tanto di stucchevoli peana per festeggiare l’avvento di una nuova era libera dal terribile Donald Trump. Benvenuti in quest’era signori, il nuovo presidente Usa ha iniziato a disegnarla a suon di bombe. Tradizione democratica docet.
Eugenio Palazzini
2 comments
eccolo,il solito macellaio americano con le mani sporche di sangue….
come o’banana prima di lui,il “premio nobel per la pace”
e,ma trump era impresentabile,eh?
…che esseri repellenti.
[…] è il primo bombardamento ordinato da Biden. Ricordiamo che lo scorso febbraio il presidente democratico decise di colpire un’altra zona della Siria e un’altra aerea in […]