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“Lo Stato sta bruciando”. Non solo Gaza, ecco cosa succede in Israele

by Eugenio Palazzini
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israele, palestina

Roma, 12 mag – Oltre mille razzi lanciati dalla Striscia di Gaza su Israele, mentre proseguono i raid di Tel Aviv. E’ guerra aperta, impari come sempre accade in questo lembo di terra martoriato. La gran parte dei razzi palestinesi sono stati intercettati dal sistema antimissilistico Iron Dome, progettato appositamente per intercettare razzi a media velocità e proiettili di artiglieria con traiettoria balistica. Ma la gran parte non significa tutti. Perché stavolta la Cupola di Ferro – considerata il fiore all’occhiello della difesa israeliana – ha mostrato qualche lacuna, emersa dal lancio continuo, da più punti, dei razzi palestinesi.

Israele, sinagoghe e auto in fiamme

Così stamani il Jerusalem Post parla di almeno cinque morti israeliani e Maariv titola “lo Stato sta bruciando”. Ancora più pesante il commento di Yair Revivo, sindaco d Lod: “Questa è la Notte dei Cristalli a Lod”, ha dichiarato il primo cittadino evocando i pogrom contro gli ebrei per descrivere quanto sta accadendo nella sua città. Per poi chiedere al premier Netanyahy di proclamare “lo stato di emergenza a Lod”, oltre all’intervento dell’esercito. Richiesta accolta. “Qui c’è una mancanza del governo – dice Revivo – E’ un fatto gigantesco: una Intifada degli arabi israeliani. Sono bruciate le sinagoghe, come centinaia di auto. Centinaia di teppisti arabi stanno percorrendo le strade. E’ scoppiata la guerra civile”. Di sinagoghe e auto incendiate parla anche l’emittente televisiva Canale 12. E’ chiaro quindi che non tutti i razzi palestinesi sono andati a vuoto e la difesa israeliana non si è mostrata pressoché impenetrabile come in altre occasioni.

Gaza, almeno 35 morti e oltre 200 feriti

Il bilancio di danni e vittime è però ben più drammatico a Gaza. Stando a quanto riferito dal ministero della Salute della Striscia, i raid israeliani hanno provocato da lunedì 35 morti, fra cui 12 minori e tre donne. I palestinesi parlano poi di oltre 233 feriti.

Leggi anche: Gaza brucia ancora: la strage degli innocenti e i palazzi di vetro di Tel Aviv

Si tratta però di un numero tragicamente destinato a crescere, perché Israele ha già compiuto 500 attacchi nella Striscia ma non ha intenzione di fermarsi. “Hamas – ha detto ieri il premier israeliano – riceverà un colpo che non si aspetta. Israele intensificherà ulteriormente la potenza ed il ritmo degli attacchi”. Mentre il capo di Stato, Aviv Kochavi dice che “tutti i comandi (israeliani, ndr) devono prepararsi a un conflitto più esteso senza limiti di tempo”.

Intanto, mentre oggi si riunirà il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite chiesto da molte nazioni – tra le quali Cina, Francia e Norvegia – dopo l’escalation delle ultime 48 ore, sono in atto vari scontri anche per le strade delle città. I media di Tel Aviv parlano di 12 persone rimaste ferite, due delle quali in condizioni critiche. La polizia israeliana avrebbe ucciso 13 manifestanti arabi.

Eugenio Palazzini

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