Al centro del dibattito il divieto di guida per le donne saudite, una consuetudine questa, regolamentata da un decreto ministeriale del 1990. L’Arabia Saudita è l’unico paese al mondo in cui vige questo divieto.
Lo storico durante il dibattito ha cercato di difendere con argomentazioni improbabili questo decreto vigente: “In Arabia Saudita ci sono circostanze particolari. Se una donna guida da una città all’altra e la macchina si rompe, che cosa le succede?” domanda lo storico a cui segue la pronta risposta della giornalista: “Ma in America, in Europa e anche nel mondo arabo le donne guidano..” Ma al-Sadoon ha voluto precisare:“A loro non importa se vengono stuprate per strada, ma a noi importa”.
Queste parole hanno suscitato stupore e ilarità tra gli ospiti in studio, eppure al-Sadoon ha voluto concludere la sua argomentazione aggiungendo: “”Certo, siamo spaventati anche dagli autisti. Anche loro potrebbero stuprare le donne. Ecco perché penso – soluzione che i religiosi si rifiutano di ascoltare – di “importare” autiste straniere donne per portare in giro le nostre mogli”.
Ieri, con buona pace dello storico al-Sadoon, sono state scarcerate Loujain al-Hathloul e Maysa al-Amoudi, due giovani donne saudite che hanno sfidato il divieto di guida. Le giovani hanno sostenuto la campagna per il diritto alla guida, iniziativa lanciata nei mesi scorsi tramite la pubblicazione di foto di donne al volante sui social network.
https://www.youtube.com/watch?v=KQEeXmcWOxI
Guido Bruno
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