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Si chiama Svizzera la testa di ponte cinese in Europa

by Giuseppe Gagliano
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Roma, 27 apr – Mentre in alcuni paesi europei si discute con animosità sulla necessità o meno di aderire alle scelte di politica espansionistica a livello economico della Cina, la Svizzera è oramai diventata un partner strategico di Pechino in Europa.

Svizzera testa di ponte cinese

Da un lato, la Svizzera sta rafforzando la credibilità della Cina nei settori bancario e finanziario, ed è un relè di influenza per la comunità internazionale. D’altro canto, la Cina rappresenta un enorme mercato per beni e servizi svizzeri nonché una fonte di investimento.

Queste buone relazioni, rafforzate da un accordo di libero scambio siglato nel 2014, hanno un impatto sulla performance economica di entrambi i paesi. Secondo la segreteria di Stato dell’economia, le esportazioni svizzere verso la Cina sono aumentate da 5,4 miliardi di franchi nel 2007 a 25 miliardi di franchi nel 2017. Allo stesso tempo, le importazioni cinesi in Svizzera sono aumentate di 4,8 miliardi di franchi nel 2007 a 13,1 miliardi di franchi dieci anni dopo. Il commercio, proprio come gli investimenti diretti, è aumentato notevolmente durante questo periodo, principalmente a vantaggio della Svizzera.

La finanza come cavallo di troia

Con il desiderio di approfondire i suoi legami nel settore finanziario, la Cina sta abilmente espandendo la sua presenza nei mercati svizzeri per accedere ai centri finanziari e alle competenze internazionali. Ad esempio, nell’ottobre 2015, China Construction Bank ha ottenuto una licenza bancaria rilasciata dall’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) per avviare le operazioni a Zurigo. La competenza svizzera in materia finanziaria è tale che la Banca di Cina ha deciso di aprire una filiale a Ginevra nel giugno 2018. L’aggiunta della licenza bancaria all’autorizzazione cinese concessa alle sue banche di utilizzare lo yuan per realizzare operazioni finanziarie, consente alla Cina di posizionarsi nel mercato finanziario svizzero.

La Svizzera offre anche un accesso privilegiato alle organizzazioni internazionali. La forte presenza della Cina rafforza la sua capacità di dialogo con la comunità internazionale e, di conseguenza, la sua credibilità diplomatica. Inoltre, la Svizzera sta emergendo come “ambasciatore europeo” promuovendo il progetto Silk Road all’interno della comunità internazionale. Secondo alcuni analisti , la Svizzera sostiene apertamente la strategia geopolitica e geoeconomica della Cina al fine di posizionare il suo territorio come una tappa essenziale del suo progetto in Europa. Infatti la Svizzera parteciperà alla seconda edizione del Belt and Road Forum alla fine di aprile 2019 con lo scopo di firmare un memorandum d’intesa per la cooperazione sino-svizzera in Asia centrale, che conferma la proposta del consulente di Ginevra.

Le insidie dell’asse Berna-Pechino

Esistono tuttavia dei pericoli che non possono essere trascurati. Il primo è un rischio reputazionale per la Svizzera. La Cina, pur rappresentando un partner economico , rimane un paese autoritario che non rispetta i diritti umani (la tortura e la pena di morte sono ancora praticate). Il secondo rischio è legato alla guerra economica e commerciale tra Stati Uniti e Cina. Mantenendo stretti rapporti con la RPC, la Confederazione svizzera si espone a una possibile modifica delle sue relazioni con gli Stati Uniti. Allo stesso modo, l’Unione Europea è sospettosa degli investimenti cinesi. Sebbene vicino all’Ue, la Svizzera e le sue relazioni con la Cina potrebbero rischiare di raffreddare le relazioni con Bruxelles.

Giuseppe Gagliano

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