Parigi, 21 gen – S’infittisce il mistero riguardante le stragi di Parigi. Amedy Coulibaly, l’attentatore del supermarket, e la sua compagna Hayat Boumeddiene sembra siano stati fatti passare, pochi giorni prima degli attentati, ad un posto di blocco della polizia francese. Lo riferisce “Le Canard Enchainé”, una rivista simile a Charlie Hebdo, che è entrata in possesso di alcuni verbali.
Sembra che il 30 dicembre alle 11.45 una coppia di poliziotti in moto abbia fermato la Seat Ibiza noleggiata da Coulibaly nel XIX arrondissement di Parigi.
Il terrorista, che viaggiava con la compagna, ha fornito agli agenti una patente provvisoria, avendo sostenuto l’esame di guida solo il 10 dicembre. I poliziotti insospettiti inseriscono il suo nominativo nella banca dati e il responso segnala ai due di attivare la procedura che impone di ottenere dalla persona fermata, ulteriori informazioni senza farla insospettire perché segnalata come pericolosa e vicina agli ambienti dell’ integralismo islamico.
Gli operatori segnalano il fatto ai superiori e avvisano i servizi antiterrorismo ma non vi è alcuna reazione, anzi la risposta sarebbe stata: ” Nessuna sorveglianza, nessun pedinamento”.
Rassicurati gli agenti, lasciano ripartire l’auto con i due terroristi dentro e Coulibaly sparisce, per poi riapparire qualche giorno dopo, armato di fucile d’assalto dentro il supermercato.
Dalle ricostruzioni fatte dopo la strage si apprende che quel giorno la coppia si sarebbe recata in spagna dove Coulibaly, il 2 gennaio, ha lasciato Hayat all’aeroporto di Madrid da cui lei si è recata a Istanbul per poi entrare in Siria l’8 gennaio.
Il 9 le forze speciali uccidono Coulibaly al termine del sequestro di ostaggi.
Una nuova pagina di giallo.
Alberto Palladino