Il lancio, effettuato dal porto di Sinpo, lungo la costa orientale della Corea del Nord, avviene all’indomani dell’incontro al vertice tra Trump e Xi Jinping che si terrà in Florida. Incontro che, oltre alla ben nota questione del Mar Cinese Meridionale (che potrebbe trasformarsi in un casus belli), verterà sicuramente anche sulla situazione coreana: Pyongyang è da sempre alleata, sebbene spesso scomoda, di Pechino. Il Presidente Trump però lascia intendere una linea dura sulla questione. Recentemente ha sostenuto che “Se la Cina non risolverà la questione coreana, lo faremo noi”. Il Segretario di Stato Tillerson ha definito il lancio “l’ennesimo di un missile balistico” aggiungendo che “gli Stati Uniti si sono espressi abbastanza sulla Corea del Nord, non abbiamo altri commenti da fare”. Preoccupazione da parte del Giappone che definisce il test “una provocazione” mentre Seoul condanna l’azione come una “minaccia alla sicurezza e pace della comunità internazionale oltre che della penisola coreana”.
Secondo l’US Pacific Command il missile sarebbe del tipo Pukguksong-2 o Kn-15, un MRBM a propellente solido che viene ritenuto avere possibilità di portare armamento nucleare con una gittata massima, stimata, di circa 1200 km. Derivato dal SLBM Pukkuksong-1, il missile sfrutta la capacità di lancio a freddo da un contenitore mobile, e per questo risulta molto più difficile da individuare rispetto ai precedenti missili a combustibile liquido (vengono ridotti notevolmente i tempi di dispiegamento e lancio).
Paolo Mauri