Toronto, 27 nov – Nell’ultima settimana aveva seminato il terrore tra gli studenti dei campus universitari di Toronto, in Canada. Si avvicinava alle sue vittime con nonchalance, mostrando un ampio sorriso, senza dare segni di aggressività. Poi, una volta approcciato il suo target, gli scaricava in testa un secchiello di feci – non si sa se di origine umana o animale – riempito fino all’orlo. Un’aggressione non solo aberrante e disgustosa, ma anche potenzialmente rischiosa per la salute, per la carica batterica e virale che rischiava di contagiare i soggetti attaccati dallo psicopatico.
Caccia all’uomo
La serie di attacchi ha scatenato, tra i residenti della città canadese, una vera e propria psicosi seguita dalla caccia all’uomo da parte delle autorità. Caccia che finalmente si è conclusa. La polizia ha infatti arrestato Samuel Opoku, un ragazzo afro-canadese di 23 anni. L’aggressore compiva i suoi attacchi casualmente: tutte le vittime non avevano alcun tipo di rapporto con lui. La polizia ha diramato una nota in cui venivano ringraziati tutti i cittadini che, grazie alle loro testimonianze, hanno contribuito ad individuare Opoku, ripreso anche da alcune telecamere di sorveglianza. «Ringraziamo la comunità per l’aiuto e il supporto in questa indagine – ha dichiarato l’agente Alex Li a CP24 – E’ stata una vicenda abbastanza inquietante ma il nostro team è riuscito ad arrestare il sospettato che ora dovrà rispondere delle accuse in tribunale».
Sorriso e secchiello
L’ultima vittima del 23enne è stata una ragazza incrociata nei pressi dell’Università di Toronto, la quarta negli ultimi quattro giorni. Gli studenti erano infatti l’obiettivo prediletto dello squilibrato. «Cappellino, guanti e un secchio contenente il liquido. E poi – dicono i testimoni – quel sorriso prima di riversare le feci contro le povere vittime». Non sono ancora noti i motivi di questo comportamento. Anche se qualcuno, come riporta il National Post, inizia ad azzardare l’ipotesi razziale: a quanto pare le sue vittime sono tutte caucasoidi (bianche). Il sindaco John Tory ha espresso la sua gratitudine agli agenti: «La polizia ha fatto un grande lavoro, arrestando l’uomo sospettato degli attacchi. Spero che dopo l’operazione portata a termine dagli investigatori, possa tornare la serenità presso le nostre università e i nostri campus».
Cristina Gauri
5 comments
È un NEGRO. Cos’ altro può fare?… Il sorrisetto della foto la dice tutta sulla sua NEGRANZA! (Ostentazione provocatoria, molesta e NON RICHIESTA del suo essere NEGRO! L’ unico mezzo per, non dico rieducare, ma per addomesticare siffatto animale, è uno, ed uno solo: bastonate abbondanti ad ogni piè sospinto.
Gli africani con lo sterco ci costruiscono le abitazioni, evidentemente, lui ha sentito il richiamo ancestrale della terra natia. Se una cosa del genere la facesse un caucasico verso i negroidi, verrebbe ripristinata d’urgenza la pena di morte, ovviamente, a parti invertite, passerà la tesi del disagio mentale. Credevamo d’essere dei privilegiati, invece, siamo nati in un’epoca dove la nostra pigmentazione è motivo d’avversione.
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Poverino! Capiamolo! Si sentiva solo e non considerato! E chissà quanti alri motivi reconditi ci saranno dietero quesi suoi compensibilissimi gesti! Che saranno sicuramente non censurabili nè punibili in quanto probabilmente tipici della sua cultura!
Da quando in qua esiste la cultura delle scimmie? (Per tacere di quella degli SCARAFAGGI?… n.d.r.).