Roma, 8 mag — Un trans mostra il pene negli spogliatoi femminili dell’YMCA, ma il giudice non lo condanna per atti osceni: è troppo grasso, la sua pancia gli copre i genitali. L’episodio che vi stiamo raccontando si è verificato a Xenia, la cittadina dell’Ohio nota per il devastante tornado del 1974 e per essere stata l’ambientazione della disturbatissima pellicola Gummo. E del resto quanto è accaduto è connotato da elementi talmente grotteschi e malati che non sfigurerebbe di certo nella pellicola diretta nel 1997 da Harmony Korine.
Trans mostra il pene negli spogliatoi, ma il giudice lo assolve
Stando a quanto riportato dal DailyMail il giudice David McNamee ha dato ragione a Darren Glines — questo il nome del trans finito sul banco degli imputati — stabilendo che non avrebbe potuto mostrare il pene in uno spogliatoio femminile della nota catena di centri benessere, proprio a causa della sua condizione di obesità. Secondo la tesi sostenuta dalla difesa e accolta dal giudice, infatti, il tessuto adiposo della pancia ricoprirebbe interamente i genitali, nascondendoli.
L’opinione delle donne non conta
Non è la prima volta che le nudità di Glines diventano oggetto di controversie e denunce: nel 2021 almeno tre donne hanno segnalato alla reception dello YMCA la presenza di «un maschio nudo nello spogliatoi femminile», di fronte ad alcune ragazzine minorenni. Chi denunciò il fatto si sentì rispondere da un impiegato della catena che si trattava «di una donna» e che le altre donne non avrebbero dovuto sentirsi disturbate dalla presenza di un uomo nudo negli spazio un tempo riservati alle donne. Tutto regolare, quindi, nonostante di femminile Glines non abbia nemmeno un’unghia.
Il giudice David McNamee aveva respinto le accuse poiché il 31enne trans era stato autorizzato dal direttore esecutivo dell’YMCA a utilizzare lo spogliatoio femminile. Al contrario, dell’opinione e della sicurezza delle donne che effettivamente avrebbero usato lo spogliatoio oltre a Glines, non importava proprio a nessuno.
La Ymca e la politica di inclusione
Negli ultimi anni, con la sua politica di inclusione a favore dei trans YMCA si è resa teatro di una serie di controversie e spiacevolissimi episodi, sempre ai danni di donne biologiche. Emblematico, ad esempio, quanto accaduto all’80enne Julie Jaman, che non potrà più recarsi in una piscina del gruppo per aver chiesto a un dipendente trans di uscire dallo spogliatoio femminile. Frequentatrice abituale della piscina di Mountain View nella città di Port Townsend, Washington, Jaman si era imbattuta nel dipendente, «Clementine» Adams, mentre si stava cambiando dopo aver fatto la doccia. Alle sue rimostranze l’anziana era stata «bandita dalla piscina per sempre» per aver «mancato di rispetto» al lavoratore trans.
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Cristina Gauri
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