Home » Tregua in Libia, Haftar ci ripensa: “Mi servono due giorni prima di firmare”

Tregua in Libia, Haftar ci ripensa: “Mi servono due giorni prima di firmare”

by Adolfo Spezzaferro
1 commento
haftar libia

Mosca, 14 gen – Si riapre uno spiraglio per il cessate in fuoco in Libia. Il generale Khalifa Haftar “ha accolto positivamente” l’intesa su una tregua in Libia “ma prima di firmare gli servono due giorni per discutere il documento con i leader delle tribù che sostengono l’Esercito nazionale libico”: lo dichiara il ministero della Difesa russo, ripreso dall’agenzia Interfax.

Intanto il premier del governo di Tripoli Fayez al Sarraj si è recato oggi nuovamente a Istanbul dopo i colloqui a Mosca sul cessate il fuoco in Libia. Lo riferiscono i media turchi. Si attende quindi un nuovo incontro sulla situazione della tregua con il presidente Recep Tayyip Erdogan o altri alti esponenti dell’esecutivo di Ankara.

Stamattina Haftar aveva lasciato Mosca senza firmare l’accordo di cessate il fuoco con il Governo di accordo nazionale guidato da al Sarraj, facendo sfumare la possibilità di una tregua. Dal canto suo, Erdogan aveva promesso di “infliggere una lezione” al generale Khalifa Haftar se dovesse riprendere i suoi attacchi. Ora però ci sono concrete possibilità che il conflitto libico si interrompa.

Il 19 gennaio la conferenza di Berlino sulla Libia

La conferenza di Berlino sulla Libia si dovrebbe tenere il 19 gennaio. Lo ha comunicato ufficiosamente la Germania ai Paesi partecipanti, tra cui l’Italia, secondo quanto si apprende. Il premier Giuseppe Conte, in visita al Cairo ha confermato che “è arrivato l’invito della cancelliera Merkel” e che la conferenza dovrebbe tenersi come previsto domenica 19.

Conte: “Possibile invio di soldati italiani” 

Il premier non ha escluso la possibilità di mandare soldati italiani in Libia. “Ne discuteremo a Berlino – ha precisato Conte – e se ci saranno le premesse l’Italia è disponibile. Ma non manderemo uno solo dei nostri ragazzi se non in un contesto di sicurezza e con un mandato chiaro“. “L’Italia ovviamente, se si tratta di dare ogni forma di contributo per la pacificazione è disponibile” ma “in questo momento non ha senso ragionare di ridislocamento, bisogna vedere le premesse. In un contesto chiaro e certo, l’Italia farà questa valutazione”, ha spiegato il premier al Cairo rispondendo ad una domanda sull’eventuale invio di forze italiane in Libia.

Adolfo Spezzaferro

You may also like

1 commento

Jos 14 Gennaio 2020 - 2:25

” non manderemo uno solo dei nostri ragazzi se non in un contesto di sicurezza e con un mandato chiaro“….aspetta un invito per una cerimonia nuziale o di battesimo…con concertini e fiori…ma vada a cagar..
Putin, che ne ha le capacità, dovrebbe far accadere un incidente ad Erdogan…è diventato troppo, troppo ingombrante e fastidioso..

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati