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Trump caccia Bannon dallo staff: crisi o giocata di sponda?

by Guido Taietti
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Washington, 19 ago – Steve Bannon, consigliere di Trump e stratega della campagna elettorale che ha permesso al tycoon newyorchese di vincere le elezioni, è stato messo alla porta. I media mainstream esultano: viene cacciata l’eminenza grigia della presidenza.

Stando alla Cnn la causa scatenante della crisi politica sarebbe un’intervista rilasciata dallo stesso Bannon in cui viene dichiarato che “non esiste una opzione militare per la Corea del Nord” smentendo di fatto la linea ufficiale della Casa Bianca per la quale invece “tutte le opzioni sono sul tavolo”. Nulla di nuovo: era già nota la posizione di Bannon per il quale il vero problema – non solo politico, ma soprattutto commerciale – ha un nome preciso: la Cina. Qualcuno dei generali ha così puntato i piedi e ottenuto la testa di questo personaggio per i quali i media riservano un trattamento, per quanto sembri incredibile, ancora peggiore che a Trump.

Bannon è l’uomo che ha saputo organizzare e dare un senso politico a quella interessante galassia di intellettuali/frequentatori di forum e social/agitatori conosciuta come “alt-right” e l’ha trasformata in una armata che ha permesso di sconfiggere non tanto la Clinton (quello è merito di Trump), ma il sistema dei media. E ovviamente questo non gli è mai stato perdonato. Per alcuni questa è la definitiva vittoria del “deep State” contro la presunta novità politica rappresentata da Trump, per tutti è comunque la vendetta ottenuta da parte della Cnn e compagnia cantante.

Quale sia la verità è veramente troppo presto per dirlo. Dopo i fatti di Charlottesville sui giornali girava una nuova storia destinata a sostituire la sciocchezza degli “hacker russi”: Trump avrebbe legami con il suprematismo bianco. Una narrazione palesemente ridicola, ma tuttavia politica pericolosa per la Presidenza che comunque deve pensare in termini di consenso. Bannon è stato identificato come l’anello tra la presidenza è questo presunto mondo dell’estrema destra Usa. Trump pertanto sceglie di sacrificarlo per svuotare di contenuto la nuova storiella che i media hanno inventato e sfrutta la loro sete di vendetta verso qualcuno che li ha sempre disprezzati. È sensato sperare di blandire i media in questo modo? Non sappiamo se funzionerà, sappiamo che già funzionato. Quando Trump fece il presunto “bombardamento americano contro Assad” di fatto ingannò i media e prese tempo fino ad ottenere il suo vero risultato che era l’alleggerimento dell’impegno Usa in Siria bloccando ogni aiuto ai ribelli. Una politica che non avrebbe mai potuto fare se non avesse prima fatto credere ai media il contrario.

Trump ha davvero gettato fuori dalla finestra Bannon? O lo farà poi rientrare di nascosto dalla porta di servizio? Per ora è presto per parlare, ma difficilmente Trump rinuncerà a chi ha saputo essergli tanto d’aiuto in passato.

Guido Taietti

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