Washington, 25 mag – Il tanto atteso vertice di Singapore, tra il presidente americano Donald Trump e il suo omologo nordcoreano Kim Yong-un, non ci sarà. A cancellarlo, dopo le tensioni degli ultimi giorni, è stato Trump stesso, che ha scritto una lettera in cui lamenta una “tremenda rabbia e aperta ostilità” nei confronti degli Stati Uniti da parte di Pyongyang. Una missiva dai toni accorati, quasi strappalacrime, dove Trump spiega i motivi che lo costringono a cancellare l’incontro in programma per il prossimo 12 giugno, nella quale però dice a Kim di non esitare a contattarlo se dovesse cambiare idea sul summit e dimostrarsi più morbido nei confronti degli Usa.
Chiaro il riferimento all’irrigidimento della posizioni di Kim in seguito alle dichiarazioni del vicepresidente americano Mike Pence, che aveva prospettato un modello libico per la Corea del Nord qualora non si fosse proceduto alla denuclearizzazione. Affermazioni che il leader nordcoreano aveva bollato come stupide e ignoranti. Da parte sua, la Corea del Nord ha fatto sapere di essere pronta a sedersi al tavolo dei negoziati con gli Usa “in qualsiasi momento, in qualsiasi forma”, anche se il viceministro degli Esteri nordcoreano Kim Kye Gwan, secondo quanto riporta l’agenzia del regime Kcna, ha affermato: “La dichiarazione del presidente Trump sul vertice Nord Corea-Usa rappresenta una decisione non in linea con il desiderio di chi spera nella pace e nella stabilità della regione”.
Trump, per l’ennesima volta, si dimostra incapace di fare la pace. E la lettera con l’annullamento del summit, che avrebbe potuto portare a una prima distensione tra i due Paesi, è stata resa nota proprio dopo che la Corea del Nord aveva dato l’annuncio del “totale smantellamento” del sito dei test nucleari di Punggye-ri, l’unico ufficialmente conosciuto. Lo smantellamento è avvenuto alla presenza di un gruppo di giornalisti stranieri, che tuttavia non è stato in grado di verificare l’operazione. Hanno solo potuto udire il rumore di un’esplosione, vedere la polvere generata e sentire il calore. Ma niente dosimetri per misurare le radiazioni: gli ufficiali di Pyongyang li hanno sequestrati.
Anna Pedri