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Un assist insperato per Marine Le Pen: i moderati rifiutano il confronto con lei

by Giorgio Nigra
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Roma, 18 ott – Dopo le recenti elezioni francesi e varie rese dei conti interne, il Front national di Marine Le Pen sembra in piena crisi: linea politica incerta, prospettive di governo scomparse dai radar, impreparazione dei quadri divenuta palese. I frontisti possono però sperare in un aiuto inatteso che dia loro nuovo e insperato ossigeno: quello dell’isteria antifascista e del “fronte repubblicano” che, in modo del tutto antistorico, rifiuta il dialogo con i “reprobi”, facendoli così apparire più “rivoluzionari” di quanto in realtà non siano. Questa, infatti, è l’impressione ricevuta dal francese medio alla notizia che Bruno Le Maire, attuale ministro dell’Economia e membro di spicco dei Repubblicani (il partito di destra moderata) ha rifiutato un confronto televisivo con Marine Le Pen su France 2.

Per la leader del Front national sarebbe stato il primo grande confronto televisivo dopo quello, perso malamente, con Emmanuel Macron in vista del secondo turno delle presidenziali. L’entourage del ministro ha confermato il rifiuto, rivelato dai collaboratori di Marine Le Pen, ma solo per “ragioni d’agenda”. Anche Laurent Wauquiez, candidato alla presidenza dei Républicains, aveva declinato l’invito a un confronto con la Le Pen. Anche in questo caso dietro il rifiuto ci sarebbero stati dei presunti “impegni già fissati in agenda”. Strano, peraltro, che dei politici abbiano impegni tali in programma da saltare un seguito confronto televisivo in prima serata.

Durante la campagna elettorale per il secondo turno, Wauquiez, a differenza della quasi totalità dei membri del suo partito, si era rifiutato di invitare chiaramente gli elettori a votare Macron, cosa che aveva gettato su di lui il sospetto di presunte simpatie frontiste. E dato che fra i Repubblicani si è appena aperta la caccia ai simpatizzanti di Marine Le Pen, Wauquiez ha preferito evitare il trappolone. In ogni caso, la difficoltà a confrontarsi con la leader del partito populista (che alla fine se la vedrà con Gérald Darmanin, ministro dei Conti pubblici, anche lui appartenente alla destra moderata) può facilmente rivelarsi un assist a quest’ultima. Ed è forse l’unico modo per guadagnare terreno dopo essersi andati a cacciare volontariamente in un vero vicolo cieco politico.

Giorgio Nigra

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