Il magnate ha perso proprio a causa della scelta di affidarsi troppo ai media nazionali, senza radicamento sul territorio. Per vincere in Iowa è fondamentale accaparrarsi il voto dell’elettorato conservatore delle aree rurali, cosa che Cruz ha saputo fare con una capillare organizzzazione sul territorio, bastaa appunto sui volontari e sul supporto degli evangelici e dei fondamentalisti protestanti. Trump ha finto di accettare con soprtività la sconfitta inaspettata: “Quando annunciai la mia candidatura il 16 giugno 2015 mi dissero che nell’Iowa non dovevo neppure presentarmi perché non sarei arrivato neanche tra i primi dieci. Sono onorato di essere arrivato secondo, congratulazioni a Ted Cruz, e ci rivediamo la settimana prossima nel New Hampshire”. Terzo classificato, anch’esso un po’ a sorpresa, il moderato Marco Rubio, ultima speranza dell’estabilishment repubblicano, dopo la debacle dell’esponente della dinastia Bush, quel Jeb ormai nei fatti fuori dai giochi.
Tra i democratici la sorpresa è invece la mancata affermazione di Hillary Clinton. La super favorita della vigilia avrebbe dovuto asfaltare il rivale Bernie Sanders, che invece ha raccolto un numero di voti quasi identico a quello della Clinton: 49,6 %, contro il 49,9% di Hillary. Anche qui a vincere non è certo la moderazione, visto che Sanders è uno che ha l’ardire di definirsi apertamente “socialista”, cosa che in America suona un po’ come definirsi stalinisti in Italia. Dunque la sfida delle primarie democratiche si sposta a “sinistra”, con la Clinton che nel tentativo di recuperare consensi al suo sfidante lo insegue sul terreno dell’aumento delle tasse ai ricchi e limiti sulle speculazioni a Wall Street. Da parte sua Sanders basa il suo successo su un approccio quasi “grillino”, ovvero puntando tantissimo sulla denuncia della corruzione alla base del sistema americano, dei cospicui fondi di lobby e società che affluiscono nelle tasche dei candidati maggiori, proprio come Hillary Clinton. Una strategia che si sta rivelando vincente quella del candidato “socialista”, che è passato da un distacco di quasi 40 punti percentuali nei sondaggi di qualche mese fa a contendere la vittoria alla Clinton.
Davide Di Stefano
5 comments
Paragonare Trump a Hitler è fantastoria
Dopo aver visto questo
https://www.youtube.com/watch?v=6ZUdDj8rv4E
poi guardate questo
https://www.youtube.com/watch?v=SjWmsBejUb4
https://www.ilprimatonazionale.it/cultura/recensione-libro-stupri-americani-germania-1945-gebhardt-18646/
Cavoli! i nostri politicanti sembrano quasi simpatici al confronto di questi pazzoidi!
Va bhè loro sono solo più servi e più tranquilli che portano i presidenti nella fantomatica democrazia delle lobby e delle banche
Aipac
http://www.doncurzionitoglia.com/seconda_gm_colpa_hitler.htm