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Venezuela, parla il deputato anti-Maduro: “Il popolo è con noi, qui mancano anche le medicine”

by La Redazione
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intervista ramirez venezuelaRoma, 7 mag – Cosa sta accadendo in Venezuela? Abbiamo provato a raccontarlo ieri, spiegando l’assurdità di una nazione che naviga nel petrolio e in cui tuttavia si muore di fame ogni giorno di più. Oggi approfondiamo l’argomento grazie alla preziosa testimonianza di César Ramírez deputato venezuelano dello stato Bolívar. Ramirez fa parte di Voluntad Popular, partito che potremmo definire liberale di sinistra. La sua è quindi una testimonianza “di parte”, il cui orizzonte valoriale può non coincidere con quello della redazione del Primato Nazionale. Si tratta, in ogni caso, di un racconto in presa diretta, che può essere prezioso per capire cosa sta accadendo nel Paese sudamericano.

Ci racconta qual è la situazione sociale e politica attualmente in Venezuela?

La situazione sociale è la più grave della storia del Venezuela: c’è una inflazione del 1000% annua, lo stipendio minimo unito al sussidio alimentare è di 42 dollari al mese, il cibo è venduto al cambio del dollaro, quindi non si riesce a comprare da mangiare per un mese, figuriamoci per tutto il resto, i servizi pubblici sono al collasso per la corruzione. Dire che la sanità è precaria è poco, agli ospedali manca tutto, dalle medicine al materiale ospedaliero, ammalarsi è una sentenza di morte, e la gente non trova le medicine elementari come antibiotici o pillole per la pressione, si sono ripresentate malattie che erano state debellate da decenni come difterite e tubercolosi. La sicurezza è inesistente, devi stare chiuso in casa, ti sequestrano, ti rapinano, i criminali delinquono impuniti, le carceri sono controllate da mafie avallate dal governo. Lo stato Bolívar, che è zona mineraria, è in parte sotto il controllo di guerriglia colombiana, in parte da bande criminali, il tutto con la benedizione del governo. La scuola pubblica è in piedi per lo spirito missionario degli educatori, dato che le strutture sono allo sfascio. Insomma, è la più grave crisi sociale di tutta la storia venezuelana ed è così anche la situazione politica che è costituita da un governo che disconosce la costituzione, che ha sotto controllo tutti i poteri pubblici. Il tribunale supremo di giustizia è sotto il comando del governo e dà una veste legale a tutte le violazioni della Costituzione e alla legge che perpetra Maduro, anche se c’è una parte delle istituzioni che invece comincia a discostarsi dal governo, a partire da sindaci, governatori e deputati, il che configura una crisi politica. Ma quelli dell’opposizione che riescono a emergere il governo li priva di risorse e mezzi fino ad isolarli completamente.

Cosa chiedete a Maduro?

A Maduro chiediamo che sia il presidente di tutti i venezuelani, che rispetti le leggi, la Costituzione e i diritti umani e che convochi le elezioni previste, quelle per i governatori erano previste a dicembre 2016 e non si sono fatte, quest’anno sono previste quelle per i sindaci e anche di queste non si sa nulla. Ha chiesto ai partiti politici di iscriversi di nuovo al CNE e legittimarsi di nuovo con delle condizioni impossibili, infatti ci sono riusciti 5 partiti su 22. Gli abbiamo anche chiesto di liberare i prigionieri politici, che sono 180, e di aprire un canale umanitario per far arrivare cibo e medicine, nonché di fare un programma elettorale che porti a elezioni libere e che migliori la situazione economica del paese.

Nell’attuale opposizione sono rappresentate varie opposizioni ideologiche? Può farci il quadro della situazione politica?

Maduro adesso ha l’80% del popolo contro di sé e questo vuol dire che oltre all’opposizione e agli indipendenti ha contro anche una larga parte dei seguaci di Chavez, cioè la base chavista composta da dirigenti popolari e della comunità, che sono democratici e sono contrari alla nuova costituente che propone adesso Maduro, che sarebbe composta per più della metà da deputati designati da lui e gli altri dal popolo e questo gli darebbe la possibilità di riformare completamente la costituzione e l’organizzazione dello stato, ma anche di eliminare il voto come lo conosciamo e passare direttamente a elezioni di secondo grado dove a votare sono movimenti sociali. Vuole quindi impiantare un sistema come quello cubano. Quindi contro questa nuova costituente c’è un 80 % di dissenso che ha provocato queste proteste durante le quali si sono perpetrate violazioni dei diritti umani che hanno peggiorato il dissenso. Oggi sono stati arrestati 85 militari che hanno manifestato dissenso contro questi sistemi di repressione.

Crede sia possibile una soluzione pacifica della crisi oppure dobbiamo aspettarci che il Venezuela scivoli ulteriormente verso una guerra civile lunga e sanguinosa?

La lotta dei venezuelani è una lotta democratica e pacifica, di resistenza pacifica, non credo ci siano le condizioni per una guerra civile, non si tratta di uno scontro tra due fazioni armate, ma di un 80% del popolo che protesta e manifesta il suo malcontento e lo stato che reprime e ammazza selvaggiamente. Quando si vedono cittadini che lanciano pietre per difendersi dai corpi paramilitari finanziati dal governo che sparano contro la gente, questo scarto determina l’impossibilità di una guerra civile, che presuppone lo scontro tra fazioni armate. Qua solo una lo è, e non credo possa durare molto: con l’80% di popolo contro puoi usare tutta la forza che vuoi, ma non può durare.

Non teme che gli Stati Uniti possano approfittare della crisi politica venezuelana per limitare la vostra sovranità?

Non temo che gli Stati Uniti si approfittino di questa situazione per togliere sovranità al Venezuela e sopratutto non esiste nessun Paese esterno che appoggi questo movimento. Il governo al contrario si è sempre inventato la storia dell’influenza di un Paese esterno ma non è così, poiché questo è un movimento nazionale, un’alleanza tra i partiti il cui unico scopo è quello di restituire al paese la democrazia e il modello repubblicano sancito dalla Costituzione. È semmai nel governo che vige una subordinazione a Cuba e sembra che le decisioni importanti per il Paese vengano prese là: esattamente come faceva Chavez, quando c’è da prendere una decisione Maduro va a Cuba. Abbiamo funzionari cubani assunti nelle istituzioni a tutti i livelli e anche nelle forze armate e nel ministero dell’educazione. Questo sì che mette in pericolo la nostra sovranità e la nostra indipendenza.

Come immagina il Venezuela del futuro? Quale assetto istituzionale volete per il paese?

Me la immagino un Venezuela di pace, democratico e votato al progresso, quello in cui abbiamo sempre vissuto. Un Venezuela di sviluppo e lavoro, un paese di gente allegra dove ci sia una buona qualità di vita, dove si possa trovare lavoro e dove una persona che lavora abbia uno stipendio che gli possa permettere di mangiare, vestirsi, di avere una casa, educare i propri figli o procreare, che non è altro che quello che abbiamo sempre avuto e vissuto noi venezuelani. Un governo democratico, non come questo che è un capitalismo di stato dove pochi furbi si appropriano di tutte le risorse del popolo a loro beneficio esclusivo.

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1 commento

emidio 7 Maggio 2017 - 2:29

Viva il Venezuela e le persone di questa terra bellissima, pacifico e pieno di umanità. Viva il futuro del Venezuela senza questa ideologia stupida, pericolosa e controproducente…si vedono i risultati

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