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Il viaggio di Papa Francesco. Nell’inferno degli ultimi cristiani d’Iraq

by Eugenio Palazzini
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Roma, 5 mar – E’ un viaggio nel cuore della devastazione quello di Papa Francesco. Nel luogo martoriato per eccellenza, distrutto dalle bombe d’oltreoceano e da infinite guerre intestine. L’Iraq, mesopotamica fascinazione, ancestrale patria assira. Epicentro nevralgico di cultura e morte. Lì dove sorgeva l’Ur di Abramo e la Ninive di Ishtar, dea dell’amore e della guerra. La Ninive di arcieri impavidi sulla sponda del Tigri e bassorilievi mirabili attorniati da mura impenetrabili. La Ninive del profeta Giona, la Ninive “covo di leoni” ovvero “città di spargimento di sangue”, come altrimenti descritta dal profeta Naum. E mai profeta fu più tristemente profetico. Ninive oggi è Mosul, o quel che resta della città così ribattezzata dagli arabi musulmani. Bergoglio farà visita anche all’antica Ninive, distrutta dalla barbarie iconoclasta dell’Isis.

Papa Francesco, il primo Pontefice in Iraq

E’ il primo viaggio di un Pontefice nella culla della civiltà, sorta tra i fiumi Tigri ed Eufrate. Una visita anticipata dal motto evangelico: “Siete tutti fratelli “. Colomba di pace dopo anni di guerra? Difficile, perché non basterà un fugace abbraccio per seppellire le armi che continuano a tuonare in Iraq. Papa Francesco inizia stamani il suo viaggio, che si concluderà l’8 marzo. Pochi giorni per celebrare una messa in rito caldeo a Baghdad, anche in questo caso primo Papa a farlo. Poi Najaf, Ur, Erbil, Mosul e Qaraqosh.
Da quest’ultimo villaggio Bergoglio intende portare la simbolica solidarietà della Chiesa ai sofferenti iracheni. Infine nella Piana di Ninive il saluto ai cristiani sfollati e a Erbil per celebrare una messa nello Stadio Franso Hariri e incontrare il primo ministro de Kurdistan iracheno.

Quanti sono i cristiani in Iraq?

Prima dell’invasione americana nel 2003 e della conseguente caduta di Saddam, in Iraq vivevano quasi 1,5 milioni di cristiani, pari al 6% della popolazione. In gran parte appartenenti alle chiese cattolica caldea, siriaco-ortodossa, siriaco-cattolica, armena e assira. Poi, negli anni successivi, il numero di fedeli cristiani è drasticamente diminuito. Nel 2015 se ne contavano più o meno 300mila. Nel 2020 se ne stimavano poco più di 200mila. La confessione più numerosa è quella cattolica caldea, che costituisce il 67%, seguita dai siro-cattolici (6,7%). La gran parte dei cristiani vive a Baghdad, nel sud dell’Iraq a Bassora e nel nord. Non mancano però villaggi cristiani anche nella Piana di Ninive, in alcuni dei quali si parla ancora la lingua aramaica, quella di Gesù Cristo. Gli ultimi cristiani nella terra di Abramo, sopravvissuti ad anni di colpevole silenzio. Nell’inferno in terra innescato da chi diceva di voler esportare democrazia.

Eugenio Palazzini

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