Roma, 30 set — La Virgin Atlantic oblitera il cartellino woke al grido di «siamo la compagnia aerea più inclusiva dei cieli» annunciando che il suo staff potrà indossare «l’uniforme del genere che preferisce, indipendentemente dal proprio sesso biologico di appartenenza». Le donne potranno vestirsi da uomo e viceversa, a seconda dell’umore e del genere in cui si decide di identificarsi la mattina appena si scende dal letto.
Virgin e la rivoluzione inclusiva delle divise
Questa fondamentale svolta è stata motivata dalla volontà di «difendere l’individualità» del suo personale, che avrà la possibilità di scegliere il vestiario adatto al genere «in cui si identificano e si sentono». Sicuramente un servizio aggiuntivo per i clienti, che in questo modo potranno capire al volo il grado di stabilità mentale dello steward e o della hostess con cui stanno parlando. Una strana evoluzione, per essere una compagnia aerea: tradizionalmente è proprio questo settore che richiede rigidissimi standard fisici e di abbigliamento, nonché il divieto assoluto di mostrare tatuaggi. Oltre alla nuova politica sulle divise la Virgin sta sviluppando di pari passo una serie di «politiche di inclusione dei trans», che concedono assenze dal lavoro per le procedure medico-chirurgiche dedicate alla transizione di genere, la scelta di spogliatoi e docce che «si allineano al genere in cui una persona si identifica» e persino un «piano di transizione personalizzato».
Tra le novità inclusive introdotte dalla Virgin vi è inoltre l’opzione di mostrare i pronomi sui cartellini di riconoscimento dei lavoratori, in modo che i passeggeri sappiano con che pronomi rivolgersi quando si interfacciano con i dipendenti della compagnia. Per sviluppare queste nuove policy la Virgin ha interpellato nientemeno che il trans Michelle Visage, giudice del reality show di successo sui travestiti Ru Paul’s Drag Race, e protagonista della serie Netflix AJ and the Queen. Visage, che è biologicamente un uomo, si proclama «madre di un bambino non binario» e «alleata della comunità Lgbt». Siamo a cavallo, insomma.
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Cristina Gauri
4 comments
grazie a Dio non posso più viaggiare!
A proposito di inclusione: io mi sento un politico, quando mi date i ventimila al mese?
Considerando che solo l’1.7% della popolazione mondiale e’ gay ,a cui possiamo aggiungere altro sodomita come i trans, la Virgin(nemmeno di deretano) è destinata al fallimento!!
Anche se mi pagassero per volare con loro, col cavolo che mi vorrei trovare in un circo infernale di sodoma e gomorra
E quindi? i fascistelli piangono perché un uomo si mette la gonna? :((((
se un uomo si mette la gonna convinto così di diventare una donna,a piangere è il solo buon senso,non i “fascistelli”.
un uomo che si mette la gonna,si trucca e si mette una fluente parrucca bionda rimane un uomo che si è messo una gonna,si è truccato e che si è messo una parrucca bionda in testa.
facile da capire.
a proposito….facciamo finta che lei sia un “democratico”:
la mera OPINIONE di un travestito che pensa di essere una donna si scontra con la altrettanto LEGITTIMA opinione di chi pensa che non lo sia affatto; questa è la democrazia,nessuna opinione è più importante di un’altra.
in ogni caso le opinioni e le percezioni non cambiano la biologia.