L’obiettivo di ripristinare il governo di Abd Rabbo Mansour Hadi, destituito dai miliziani sciiti houthi sostenuti dall’Iran, non è stato raggiunto, mentre si sono rafforzate al-Qaeda e l’Isis, che si fanno sentire con sanguinari attentati. Nei giorni scorsi, almeno 20 persone sono state uccise e decine di altre sono rimaste ferite in un triplice attacco con auto imbottite di esplosivo nella città di Aden. Uno degli attentati è avvenuto contro un posto di blocco di sicurezza, nei pressi di una stazione di energia elettrica, nel quartiere centrale di Al Mansoura. Gli altri due attacchi, invece, sono stati effettuati vicino ad un check-point di un campo militare delle forze della coalizione a guida saudita.
“Da questo luogo, qui da piazza Sabeen, tendiamo una mano per la pace, la pace dei coraggiosi – ha detto alla folla il leader sciita ed ex presidente, Ali Abdullah Saleh – Chiediamo colloqui diretti con il regime saudita, senza un ritorno al Consiglio di Sicurezza dell’Onu che non è in grado di risolvere nulla”. In un anno di raid, l’aviazione saudita ha colpito mercati, ospedali, scuole, feste di nozze, senza raggiungere altro obiettivo che quello di oltre 14 milioni di persone senza acqua e cibo e 10 milioni di bambini, un’intera generazione, abbandonati al proprio destino. I ribelli Houthi hanno organizzato un’altra manifestazione nel nord della capitale, in cui migliaia di manifestanti hanno scandito slogan contro Arabia Saudita e Usa.