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Le sanzioni alla Russia sono pericolose per l’Europa. Ma l’Ue tace

by Eugenio Palazzini
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Roma, 16 apr – Prima gli dà del “killer”, poi cerca il dialogo e infine annuncia sanzioni alla Russia. Joe Biden si relaziona così con Vladimir Putin, tra un passo in avanti e due indietro, non riuscendo proprio a cucirsi addosso la benché minima credibilità diplomatica. Ma quel che è peggio è che questo atteggiamento schizofrenico rischia di innalzare la tensione tra Russia e Stati Uniti, con l’Europa allineata ai diktat di Washington, incapace di svolgere un ruolo da saggio moderatore. Le nuove misure contro Mosca sono state annunciate ieri da Biden, per le presunte interferenze russe nelle presidenziali americani a favore di Donald Trump e il cyber attacco SolaWinds. Quest’ultimo, un hackeraggio di diverse agenzie governative e importanti società private Usa, è altrettanto nebuloso.

Sanzioni alla Russia, dieci diplomatici espulsi

Eppure gli Stati Uniti tirano dritto, sanzionando 32 tra individui ed entità russi. Come se non bastasse dieci diplomatici di Mosca, ritenuti agenti segreti, sono stati cacciati dall’ambasciata di Washington. La Casa Bianca rimarca la “grande certezza” dell’intelligence Usa nell’attribuire ai servizi russi l’operazione di hackeraggio che ha consentito loro di “spiare o violare i 16mila sistemi informatici in tutto il mondo”. Un’operazione che avrebbe generato “una preoccupazione per la sicurezza nazionale e del pubblico”. Tuttavia Biden sostiene che gli Stati Uniti avrebbero potuto intraprendere azioni ben più drastiche nei confronti della Russia, ma non lo hanno fatto per evitare un “ciclo di escalation e di conflitto”. Dunque “ho scelto di essere proporzionato”, ha detto il presidente americano. Ma “se la Russia continua a interferire con la nostra democrazia, sono pronto a intraprendere ulteriori azioni per rispondere. È mia responsabilità come presidente degli Stati Uniti farlo”.

La risposta russa

Mosca in ogni caso non sta a guardare e ha intenzione di rispondere a breve alle nuove sanzioni introdotte da Washington. La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, dice che “la nostra risposta è inevitabile”. E intanto l’ambasciatore americano a Mosca, John Sullivan, è stato convocato dal ministero degli Esteri. “Non sarà per lui un incontro piacevole”, tuona Zakharova. La tensione è insomma alle stelle e non si capisce come Biden intenda riallacciare rapporti procedendo con mini embarghi, punizioni e accuse.

L’Ue imbelle tra i due fuochi

In tutto questo, come sopra accennato, spicca il vuoto europeo. L’Alto Rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell, si è limitato ad esprimere “solidarietà agli Usa per l’impatto degli attacchi informatici, in particolare per l’operazione SolarWinds che, secondo la valutazione degli Stati Uniti, è stata condotta dalla Federazione Russa”. Ecco, secondo la valutazione americana. Secondo quella Ue? Non è dato sapere, Borrell dice solo che l’utilizzo “maligno delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione mina i benefici che Internet e l’Ict porta alla società” e palesa la “prontezza” che determinati “attori” hanno nel mettere a rischio la “stabilità e sicurezza internazionali”. Certo, ci arriva anche un bambino. Peccato che Bruxelles non riesca a porsi come arbitro tra le parti, evitando di rinvigorire questa nuova guerra fredda. Pericolosa, per dirla con Borrell, proprio per la “stabilità e la sicurezza internazionali”. Ma soprattutto per l’Europa, imbelle tra i due fuochi.

Eugenio Palazzini

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