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Hector Bayon, un eclettico protagonista della marcia su Roma

by Marco Battistini
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Hector Bayon

Roma, 28 ott – Ha ancora senso – a centouno anni di distanza – parlare della marcia su Roma? Domanda retorica, soprattutto pensando ai megafoni di cui dispongono le autoconsolatorie tesi antifasciste, volte a ridurre il colpo di Stato delle camicie nere a scene di semplice teatralità. Fu molto di più, ovviamente. Una questione estremamente articolata. Punto di arrivo e, allo stesso tempo, nuova origine del movimento mussoliniano, i giorni che vanno dal 24 al 30 ottobre 1922 ci raccontano quindi di una complessa partita che si giocò su più fronti. E alla quale parteciparono tanti protagonisti di estrazione diversa, personificazione del fascio di verghe di romana memoria. Ecco perché nell’appuntamento odierno con il primato calcistico abbiamo deciso di parlarvi dell’eclettico Hector Bayon.

Un uomo dal multiforme ingegno

Nel bel mezzo di quella che Richard Child – ambasciatore americano in Italia – definì “una bella rivoluzione di giovani, ricca di colore e di entusiasmo” Hector Bayon si presenta al comando delle camicie nere senesi. Nel suo ultimo romanzo “Roma o morte” Carlomanno Adinolfi lo descrive come un “uomo dal multiforme ingegno: eroe di guerra nel Genio, sportivo, calciatore e fondatore di numerose squadre calcistiche a Genova e Napoli, giocatore di pallanuoto, esploratore e ingegnere”. Proprio nella sua Siena – alle ore 17.00 del 27 ottobre – si registrarono le prime insurrezioni squadriste. In quel periodo d’altronde nella bella Toscana (si legga in tal senso il famoso diario firmato da Mario Piazzesi) l’aria era alquanto frizzante.

Dalla Liguria all’Africa Orientale

Pioniere del pallone – in acqua e su erba – nasce nel capoluogo ligure. Figlio di un funzionario del consolato svizzero, il fratello Enrico fu invece medico e ricercatore particolarmente impegnato nel continente africano. Mario Ettore, classe 1885, si trasferisce nell’Italia centrale per incombenze lavorative: seguirà in prima persona lo sviluppo dei lavori sulla linea ferroviaria Siena-Monte Antico. Occupandosi anche delle locali miniere di lignite. Partito per l’Etiopia, ad Addis Abeba nel 1933 viene nominato cavaliere nell’esclusivo ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Su proposta di Mussolini in persona.

Hector Bayon: il periodo napoletano

Riavvolgiamo il nastro. Già podista ad inizio ‘900 nel Genoa Cricket and Athletic Club – Hector Bayon era socio dell’odierna compagine rossoblu – nella stessa polisportiva della Superba l’ingegnere conosce anche il gioco del calcio. Ma è a Napoli che si fa riconoscere come grande promotore della pratica oggi amata da milioni di connazionali. 

Tra la fine del 1904 e l’inizio dell’anno successivo infatti il nostro, elemento integrante di un particolare gruppo anglo-partenopeo, risulta tra i fondatori del Naples Foot-Ball Club. Da eclettico atleta, il genovese è inoltre tra gli ideatori della locale società di canottieri. Quella che gli appassionati conosceranno come Rari Nantes – nome che riprende una famosa locuzione latina – si specializzerà quindi nella pallanuoto. Tra il 1939 e il 1950 vincerà infatti cinque scudetti, vedrà nascere il talento sportivo di Carlo Pedersoli – il futuro volto del cinema Bud Spencer – e donerà il proprio soprannome (Settebello) alla nazionale italiana.

Verso la fondazione del Napoli

Ma torniamo al calcio. Mario Ettore è protagonista anche nella Coppa Lipton, allora importante trofeo riservato alle migliori squadre dell’Italia meridionale e insulare. Diventato nel frattempo presidente regionale della Federcalcio, Bayon nel 1911 lascia il Naples per tuffarsi in una nuova avventura pedatoria. Ma nonostante un ambizioso progetto, la neonata Unione Sportiva Internazionale – maglia blu scuro – è costretta, per così dire, a tornare sui suoi passi dopo appena un decennio di attività. L’antecedente frattura con la casa madre è presto ricomposta. Ecco quindi l’Internaples: nell’agosto 1926 inizierà a chiamarsi – semplicemente – Napoli. La lunga sfida della enne cerchiata alle grandi del Nord era appena iniziata. Anche grazie a questo eclettico squadrista che marciò su Roma…

Marco Battistini

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