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Juventus-Inter, un derby d’Italia per riscrivere la storia

by Marco Battistini
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Roma, 26 nov – Ancora qui, ancora loro. Racconti di alta, altissima classifica. Scudetti e rancori, odio e veleni. Juventus-Inter, una sfida – oggi tra prime della classe – che, più di ogni altra, ha scritto la storia del pallone italiano. Rivalità ancestrale, forse in passato assopita per una manciata di decenni, deflagrata nuovamente sul finire del secolo scorso. Si ritroveranno di fronte questa sera: in palio il primato, ovviamente momentaneo. Ai bianconeri il vantaggio di giocare tra le mura amiche, per i meneghini – due punti sopra gli eterni rivali – quello di arrivarci con tutte le certezze proprie di ogni capolista.

Il rigore di Ronaldo e Calciopoli

L’innesco che ha fatto nuovamente esplodere la bomba è il (non) rigore più famoso di sempre. Lo scontro tra Iuliano e Ronaldo – punta dell’iceberg di un campionato ricco di polemiche – ha quindi risvegliato vecchi attriti, preludio di nuove guerre pedatorie. Il sorpasso del 5 maggio, quando a godere furono ancora i sostenitori della Vecchia Signora, e l’altro punto di non ritorno. Vale a dire tutta la complessa questione Calciopoli. Allo scandalo del 2006 seguì l’interregno meneghino – culminato con la conquista del triplete – e, successivamente l’inimitabile decennio di vittorie bianconere. Anni di retorica a suon di “ladri” e “cartonati”, cadetteria e prescrizioni. In ogni caso nodo gordiano impossibile da recidere, figuriamoci da sciogliere.

Le più attrezzate del campionato

Ma veniamo al rettangolo verde. Lo avevamo scritto due mesi or sono e il campo – finora – ci ha dato ragione. Con un Napoli smarrito e un Milan incompleto sono loro, Inter e Juventus le più attrezzate per affrontare la scalata scudetto. Sicura e frizzante la prima. Pratica, muscolare (e senza coppe) l’altra. Stiamo parlando – per distacco rispetto alla concorrenza – delle migliori difese del campionato. Entrambe eccellenti nel chiudersi e ripartire, la Beneamata si distingue per capacità di palleggio, la Vecchia Signora per propensione alla verticalizzazione improvvisa. 

E’ forse nella propositività – nonché nella fase realizzativa – la differenza maggiore tra le due contendenti. Se Allegri si sta confermando specialista dell’uno a zero, dell’affermazione di misura, Inzaghi sembra giocare per non fermarsi mai – e non casualmente dispone dell’attacco più prolifico. Juventus, cooperativa del gol, con il campanello d’allarme delle punte che non timbrano da inizio ottobre (Vlahovic e Chiesa addirittura da settembre, Kean ancora a secco). Inter che invece davanti sembra avere – qualitativamente parlando – la coperta corta rispetto alla vena di Lautaro e alle sgasate di Thuram.

Juventus-Inter per cambiare la storia

Se i padroni di casa sono comunque chiamati ad alzare l’asticella, per la capolista vincere a Torino potrebbe rivelarsi un passaggio cruciale. Nonché significare la prima fuga della stagione. In ogni caso Juventus-Inter si gioca (anche) per cambiare la storia. Difficilmente dalle parti dello Stadium infatti si saranno dimenticati di chi – nei fatti – ha messo la pietra tombale sul sopracitato ciclo bianconero (nel 2021/22 in Supercoppa e Coppa Italia, pochi mesi fa ancora nella seconda competizione nazionale per importanza).

Narrazioni da trasformare altresì per il biscione visconteo. Barella e soci infatti devono fare i conti con un campo da sempre ostico per i colori nerazzurri – una sola vittoria nell’ultimo decennio. Roccaforti bianconere (comprendiamo qui anche Comunale e Delle Alpi) che curiosamente i milanesi, almeno dal 1965 in avanti, non hanno mai espugnato quando a fine anno si sono poi aggiudicati il tricolore. Questa sera insomma vale doppio, da ogni lato lato la si voglia guardare. Juventus e Inter, a voi la scena. Fateci divertire. Ma soprattutto fateci polemizzare.

Marco Battistini

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