Home » Altro che risorse, gli immigrati sono un peso. Lo dicono i numeri Onu

Altro che risorse, gli immigrati sono un peso. Lo dicono i numeri Onu

by Francesca Totolo
4 comments
francesca totolo dama sovranista

Roma, 21 nov – Il rapporto pubblicato dall’Undp (programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo) è una relazione che si pone l’obiettivo di farci “comprendere i vantaggi dell’immigrazione africana irregolare in Europa per gli immigranti, per le loro famiglie rimaste nei Paesi di origine, e per i Paesi dove iniziano le loro nuove vite”. In un pezzo pubblicato alcuni giorni fa, abbiamo analizzato la parte del rapporto Undp relativa alle condizioni sociodemografiche dei Paesi d’origine degli immigrati. Oggi passiamo alla parte relativa alla descrizione delle “nuove vite” degli immigrati irregolari in Europa.

Sono pochi gli immigrati con un lavoro regolare

Solo il 38 per cento degli immigrati arrivati illegalmente in Europa hanno una fonte di guadagno, e di questi il 62 per cento hanno un regolare contratto di lavoro. Quindi sul totale degli arrivi, solo il 23 per cento degli immigrati hanno un lavoro regolare e retribuito. Molti africani vanno quindi ad ingrossare le fila del lavoro nero: il 64 per cento degli intervistati hanno dichiarato di lavorare senza possedere un contratto. Questa piaga è drammaticamente aumentata proprio in corrispondenza con l’immigrazione di massa partita nel 2015: si è infatti passati da una percentuale di lavoro nero del 28 per cento del 2005 al 77 per cento degli ultimi tre anni.

Il 60 per cento delle occupazioni in cui sono impiegati gli immigrati sono lavori non specializzati e che non richiedono competenze, le cosiddette “elementary occupations” della classificazione internazionale dell’International Labour Organization (vendita in strada, pulizie, raccolta rifiuti, consegne a domicilio, etc). Nei Paesi di origine, solo il 29 per cento degli intervistati svolgeva questi tipi di lavoro. Quindi si assiste ad una netta dequalificazione della professionalità degli immigrati.

Immigrati manodopera a basso costo

Gli immigrati arrivati in Europa guadagnano meno sia rispetto alla media nazionale del Paese in cui risiedono, sia rispetto al salario minimo presente nello stesso. Ad esempio, negli Stati meridionali del Vecchio Continente, quelli più interessati dall’immigrazione di massa di questi ultimi anni, il salario medio di un immigrato è 820 dollari, mentre quello medio nazionale si attesta a 1.790 dollari. Si sta quindi assistendo ad un abbassamento sostanziale del costo del lavoro, grazie a quello che si potrebbe chiaramente definire sfruttamento della forza lavoro proveniente dai Paesi extracomunitari.

Nel rapporto delle Nazioni Unite, non trova nemmeno conferma la narrazione in merito agli immigrati che aiuterebbero le famiglie rimaste in Africa con l’invio di sostentamento economico. Infatti, solo il 40 per cento degli intervistati ha affermato di inviare dei soldi ai familiari nel Paese di origine.

La relazione passa poi ad analizzare gli alloggi in cui si trovano gli immigrati irregolari africani. Nonostante le interviste riguardino un campione di intervistati non necessariamente appena arrivati in Europa, ben il 36 per cento vivono ancora in centri di accoglienza e campi profughi e l’11 per cento in strutture governative. Solo il 28 per cento degli immigrati risiedono in appartamenti privati per i quali pagano un affitto, mentre il 11 per cento si sono dichiarati senzatetto.

Agli intervistati viene chiesto se negli ultimi sei mesi siano stati vittime di episodi criminali. Il 13 per cento ha risposto positivamente, evidenziando come principale episodio delittuoso la “violenza verbale” (54 per cento in media). Quindi nonostante una certa parte sbraiti in merito all’emergenza razzismo in Italia e Europa, solo il 7 per cento degli immigrati hanno sperimentato questo tipo di esperienza, e i dati di Undp comunque non documentano che questa sia stata a sfondo razziale. A questa realtà, si contrappone l’aumento esponenziale dei crimini commessi dagli stranieri in Italia. Ad esempio, il 41,6 per cento delle violenze sessuali denunciate in Italia nel 2018 sono state commesse da immigrati (8,5 per cento della popolazione totale), mentre lo stesso dato nel 2014 era il 15,1 per cento. Lo stesso capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha ammesso che un terzo dei crimini nel nostro Paese è stato compiuto da stranieri.

Il peso dell’immigrazione sulla sanità pubblica

Il 62 per cento degli immigrati maschi e il 75 per cento delle immigrate sono ricorsi alla sanità pubblica nazionale dei Paesi di approdo. A tal proposito, ricordiamo che in Italia le cure e le prestazioni mediche, non solo quelle d’emergenza e salvavita, sono garantite anche agli immigrati irregolari grazie al tesserino STP (Stranieri Temporaneamente Presenti) che garantisce peraltro l’anonimato del paziente. Al clandestino vengono riservate gratuitamente e con completa esenzione del ticket, visite specialistiche di ogni tipo, cure dentarie, protesi e pure gli occhiali da vista. Come testimonia un medico intervistato da Il Giornale: “L’emergenza urgenza acuta viene garantita a tutti, però qui si parla di prestazioni banali, rese a persone esplicitamente irregolari, mentre gli italiani se le pagano, o rinunciano dovendo scegliere se curare l’una o l’altra fra più patologie. Queste persone hanno tutto e molti lo esigono, con arroganza, e in genere i medici concedono tutto, per non essere accusati di razzismo. Appuntamenti, attese brevi, ricette bianche, hanno capito tutto e sono imbeccati dalle associazioni di volontariato”.

Il rapporto di Undp analizza altresì la volontà degli immigrati di ritornare nel Paese di origine: il 70 per cento ha dichiarato di voler vivere stabilmente in Europa, ulteriore riprova che gli africani arrivati negli ultimi anni non sono partiti per cercare rifugio da presunte guerre. E senz’altro come dimostrano i dati finora presentati, gli immigrati non sono nemmeno interessati al ritorno nel Paese di provenienza allo scopo di contribuire al suo benessere e alla sua crescita. Si parte solo ed esclusivamente per ambizioni personali riguardanti una vita agiata, concessa anche dallo Stato sociale del Paese ospitante.

L’apertura dei confini, l’impoverimento dell’Africa

Dopo aver trattato le caratteristiche socioeconomiche degli immigrati africani irregolari e aver analizzato la conseguente loro vita in Europa, il rapporto di Undp elenca una serie di considerazioni sulla base dei dati raccolti e le soluzioni al fenomeno dell’immigrazione clandestina. Da una parte la relazione delle Nazioni Unite evidenzia la perdita della produttività interna africana dovuta alla partenza di quella che è stata descritta come la meglio gioventù del continente, dall’altra parte però ammonisce i governi europei in merito alla chiusura dei confini, accusandoli anche dell’invio di segnali negativi verso l’opinione pubblica europea per mere ragioni politiche: “I limiti delle risposte politiche europee alla immigrazione irregolare riflettono il fatto che i responsabili politici sono diventati sempre più vincolati dal punto di vista politico”.

Per stessa ammissione di Undp, “lo scopo è quello di fornire percorsi verso l’implementazione del Global Compact for Migration per una migrazione sicura, ordinata e regolare”. Ovvero il patto delle Nazioni Unite che avrebbero dovuto sottoscrivere tutti i Paesi occidentali, perdendo così un ulteriore brandello di sovranità sui propri confini nazionali e sulle politiche riguardo l’immigrazione e gli ingressi.

I diktat dell’Onu sull’accoglienza a tutti i costi

Infatti, le soluzioni proposte da Undp rispecchiano perfettamente le istanze contenute nel Global Compact: da un non meglio specificato “sviluppo trasformativo” del continente africano che non vuole comunque abbandonare i canoni del mero assistenzialismo a fini colonialistici, passando per “un’immigrazione governata” che si traduce in canali legali di entrata in Europa (in Italia già vige il “Decreto flussi” che permette a circa 30 mila immigrati di ottenere il visto lavorativo) e nella “regolarizzazione per gli immigranti africani irregolari che sono già in Europa”, fino alla costruzione di “una nuova narrazione sull’immigrazione in Europa”.

Quest’ultima iniziativa proposta dall’organo delle Nazioni Unite, in piena sintonia con il punto 17 del Global Compact for Migration e dalle caratteristiche orwelliane, propone di “rimodellare la percezione dell’immigrazione” presso l’opinione pubblica europea, sostenere le associazioni della società civile come le Ong ed isolare i partiti di destra che hanno “infiammato la politica” fomentando un’ingiustificata “ansia per l’immigrazione”, attraverso “meccanismi per rendere imputabili coloro che diffondono discorsi di incitamento all’odio e informazioni false”.

È preoccupante come da dati oggettivamente inconfutabili, che descrivono l’immigrato come giovane maschio benestante che mira ad una vita più agiata e comoda in Europa, si possa arrivare a tali conclusioni e soluzioni. Sarebbe stato decisamente più opportuno e onesto intellettualmente per le Nazioni Unite, ammettere il loro personale sostegno alla cosiddetta “open society”, ovvero ad un mondo senza confini dove le persone diventano perfettamente mobili come lo sono i capitali. E soprattutto, dove i dirigenti del carrozzone sovranazionale possano continuare a percepire i loro ben noti stipendi milionari.

Francesca Totolo

You may also like

4 comments

Commodo 21 Novembre 2019 - 3:44

Definirli un PESO è già parecchio eufemistico. Per cominciare a “capirci” dobbiamo parlare di ZAVORRA. Il loro effetto sui paesi invasi e come quello che una ingestibile massa di MERDA irresponsabilmente veicolata ha su di un servizio igienico concepito per esseri umani CIVILI. Lo INTASA! E nessuno ha la possibilità di chiamare gli “spurgatori” a DISINTASARLO! Pena l’ intervento, pure! contro di noi, dei “caschi blu’ ” dell’ O.N.U.!!! Che situazione meravigliosa! Mi consola solo il fatto che, ogni tanto, (troppo poco, per i miei gusti, n.d.r.), anche qualche “sardina” viene, di fatto, trasformata in SARACCA sotto sale. Ad opera dei loro coccolatissimi negranti.

Reply
Bracco 21 Novembre 2019 - 6:53

Bisogna essere dei ritardati per credere che l’immigrazione selvaggia rappresenti una risorsa.

Reply
Raffo 21 Novembre 2019 - 11:02

Attenzione………. Un meraviglioso articolo come questo, sincero, veritiero e lungimirante sarebbe stato cestinato dai codardi buonisti della commissione ” chiudi la bocca a chi non la pensa come te” ovvero la presunta commissione segre contro odio omofobo e altre stronzate simili……….i clandestini sono una zavorra che impoverisce il nostro paese ,già in mano a burocrati sinistri e carnefici vari,succhia sangue immigrazionisti e subdoli politici vigliacchi che ci vogliono morti……. Per cui essere patrioti e nazionalisti sarebbe un crimine……….vergogna immonde menti comunistoidi, a quando la tassa di soggiorno per gli italiani…….???

Reply
Sergio Pacillo 22 Novembre 2019 - 7:33

Qualcuno di buona volontá lo faccia sapere a Bergoglio.

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati