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Il politicamente corretto cambia la Marcia di Radetzky. E’ il tramonto dell’Occidente

by Diego Fusaro
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diego fusaro filosofo

Roma, 29 dic – Dopo il politicamente corretto, arriva ora il musicalmente corretto. La colonizzazione delle menti procede di conserva con quella dei timpani. Nulla deve rimanere escluso dai processi di uniformazione planetaria che vanno sotto il pudico e altamente edulcorante nome di “globalizzazione”. È accaduto realmente. L’ha riportato per primo, in maniera tempestiva, “Il Fatto Quotidiano”. A Vienna quest’anno verrà cambiato il finale della celeberrima “Marcia di Radetzky”. Già questo, di per sé, è uno scempio. Ma lo è, a maggior ragione, se si considera l’aberrante motivazione addotta dai pretoriani del verbo unico politicamente e musicalmente corretto: il finale della Marcia di Radetzky andrebbe modificato, giacché esso è palesemente “nazista” (sic!).

L’apoteosi di autorazzismo e oikofobia

È l’apoteosi di quella figura patologica che Roger Scruton ha opportunamente appellato “oikofobia”, ossia la paura per il proprio, mascherata dietro l’amore per il diverso. È, per così dire, una forma patologica di autofobia, dalla quale si evince come il “tramonto dell’Occidente” codificato da Osvaldo Spengler sia piena realtà. È sotto gli occhi e, ultimamente, sotto le orecchie di tutti. L’Occidente in balia del nichilismo sta precipitando nell’abisso. E appella “libertà” tale precipitare rovinoso.

La profezia di Nietzsche

Si attua, in tal guisa, la svalorizzazione di tutti i valori profetizzata da Nietzsche e implicante l’autofobica negazione di sé, della propria provenienza, delle proprie radici, della propria identità: il tutto, come dicevo poc’anzi, è giustificato in nome dell’amore per l’Altro. È questo l’alibi con cui l’Occidente nichilistico giustifica la perdita di se stesso. L’ho detto e lo ridico, sintetizzandolo in due corollari: (a) il nemico non è chi ha un’identità forte, magari diversissima dalla nostra, ma chi, non avendo identità, non può sopportare la sopravvivenza di alcuna identità; (b) solo chi ha un’identità forte può dialogare con quelle altrui e rispettarle.

La vicenda tristissima della Marcia di Radetzky esemplifica nel modo più limpido il piano inclinato lungo il quale l’Occidente tutto sta scivolando a velocità sempre crescente. È, purtroppo, solo l’inizio. Ne vedremo e ne sentiremo – è il caso di dirlo – delle belle.

Diego Fusaro

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Fabio Crociato 29 Dicembre 2019 - 2:12

No comment…, grazie Diego Fusaro e buon lavoro.

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Carl von Clausewitz 29 Dicembre 2019 - 2:35

Ho letto che tutto lo ‘odio’ dei ‘benpensanti’ nei confronti del finale della “Marcia di Radetzky” nasce dal fatto che l’ultima trascrizione – quella correntemente eseguita durante tutti i concerti di capodanno – fu ad opera di un musicista iscritto al famigerato NSDAP…
Nello stesso articolo si diceva anche che – se l’ultima parte, in quanto nazionalsocialisteggiante, va abolita – a fortiori lo stesso Concerto di Capodanno andrebbe abolito perche’ nato da un’idea di A.H….
Grazie per l’attenzione

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Citodacal 29 Dicembre 2019 - 4:25

Questa negazione di se stessi per prediligere l’altro (più che negazione vera e propria parrebbe invero un confuso rifiuto) acquisisce sempre più i tratti marcati d’una pseudo-mistica degenerata e distorta; se nella mistica degna del nome l’individualità viene nuovamente attratta verso l’Infinito e l’Assoluto che l’ha generata (*) – e dunque transita attraverso la cosciente estinzione del se stessi per il tramite di forme differenti nel sembiante, ma non nella sostanza (**) – in questa malata e terminale affezione psicotica l’ “altro” assume i tratti del feticcio parziale e contingente, evocato dagli abissi irrisolti della propria psiche e non dalle vette incontaminate dello Spirito (che non appartiene mai a nessuno): si configura dunque precisamente come il capovolgimento totale preconizzato a suo tempo con pregevole puntualità dal Guénon.

(*) Per dirla con Jalāl ad-Dīn Rūmī, questa attrazione di ritorno così si esprime verso l’ego transitorio: “Tu sei del mio oceano la goccia: e che più parli ancora? Annégati in me, e l’anima conchiglia abbi piena di perle! ”.
(**) Via sacerdotale e Via guerriera non sono né in antitesi, né l’una rappresenta la passività quanto l’altra l’attività, i quali peraltro risultano spesso meri concetti mentali ancora del tutto superficiali; basti pensare al fatto che un samurai, o un cavaliere occidentale, servissero non tanto il proprio signore in quanto tale, bensì ciò che rappresentava di più ampio dal punto di vista della metafisica: e che qualsiasi attività – non necessariamente soltanto fisica – richiede comunque la compresenza reciproca d’una recettività.

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Porfirio 30 Dicembre 2019 - 12:25

È veramente divertente che Fusaro scopra solo adesso che esiste il “musicalmente corretto” arriva con circa 34 anni di ritardo visto che è almeno dal 1985 che tentano in tutti i modi di proibire la musica bianca per i bianchi prima cercando di fermare i gruppi Rac poi anche quelli nsbm ma lo capisco – il nostro filosofo comunistello sarà un fan di de André e degli intillimani delle melodie melense dei cantautori nostrani o dei canti proletari dei contadini sudamericani – e ora si scandalizza per la censura alla marcia di radesky! – vada in Corea del Nord a sentire che belle canzonette ascoltano nel lager pradisiaco del proletariato

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Franco 30 Dicembre 2019 - 7:41

Per riprendere una idea di Nietzsche. Se il cristianesimo fu come disse lui una vendetta dell’uomo inferiore contro il Superuomo io direi che il liberal marxismo e’ una vendetta dei pigri e degli ignoranti senza identità contro i laboriosi con una identità forte, che credono nella importanza dei valori della patria, della famiglia e della continuazione della stirpe. Insomma più che nichilismo (quello almeno ha dietro una filosofia!) una vile espressione dell’invidia dei deboli contro i forti. Ancora una volta bisogna dire che Nietzsche, la mente filosofica più acuta del diciannovesimo secolo, aveva ragione. A noi con una identità il consiglio di Nietzsche: “Se vuoi essere una stella danzante devi brillare anche per quelli che ti invidiano” – Così parlò Zarathustra.

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Bracco 30 Dicembre 2019 - 5:04

Anche Fracchia poi fece una brutta fine.

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Fabio Crociato 31 Dicembre 2019 - 12:26

P.S. Voglio vedere se hanno il coraggio di modificare i loro quadri di inestimabile valore… Nascosti e non nascosti.

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SergioM 5 Gennaio 2020 - 12:15

L’ arte é arte , Sgarbianamente direi CAPRE , CAPRE , CAPRE !

ai rompicazzo antifa chiedo solo una cosa

Michelangelo Merisi , che immagino ignorìate chi fosse …..
siete sardine IGNORANTI …. e quindi NON vi rivelerò il nome con cui è più noto …..,
era un ASSASSINO , NON iscritto ad un movimento sgradito , proprio uno che ha UCCISO “personalmente” …..

dobbiamo buttare le sue opere ??????

l’ arte SUPERA l’ artista , era iscritto all’ NSDAP ? chissenefrega , l’ unico discrimine è sulla
qualità dell’ opera !.

A me gli acquarelli di Hitler piacciono ….. magari avendo successo come pittore ……
vedasi Van Gogh …..

CAPRE ! CAPRE ! CAPRE !

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