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Cosa succede se non si paga la bolletta della luce?

by La Redazione
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Stiamo vivendo un periodo di forte crisi economica, dunque può capitare di non avere la disponibilità per coprire certi costi, come le bollette. Purtroppo, però, in caso di morosità possono accadere diverse situazioni spiacevoli, che è bene approfondire per chiarezza. Nella guida odierna, dunque, scopriremo insieme cosa succede se non si paga la bolletta.

Cosa succede se non si paga la bolletta?

Chiaramente, quando si stipula un contratto con un gestore energia elettrica, tale accordo prevede la fornitura di un servizio in cambio di un pagamento. Se il pagamento non avviene, il fornitore può agire seguendo le disposizioni di legge. Nello specifico, è autorizzato ad inviare per prima cosa un sollecito di pagamento, e di solito ciò avviene dopo 2 o 3 giorni di ritardo. Poi, se l’utente continua a non pagare la bolletta, dopo il sollecito partono altre azioni che è bene descrivere.

Nello specifico, il fornitore invierà dopo 7-15 giorni una raccomandata con una serie di informazioni di vitale importanza per il consumatore. Verrà ad esempio indicata la data di interruzione della fornitura in base alla normativa sulla morosità (TIMOE), insieme alla comunicazione relativa alla riduzione del 15% della potenza, ma solo se il contatore lo permette. Inoltre, è il caso di specificare che la sospensione del servizio (dunque la sua interruzione) viene considerata legale soltanto se il fornitore lo comunica per tempo al proprio cliente.

Il depotenziamento del contatore, comunque, rappresenta una forte limitazione in quanto permette all’utente un utilizzo minimo della luce elettrica. Infine, dopo 15 giorni dalla riduzione della potenza del contatore (che funge come una sorta di ultimo avviso), il fornitore provvederà alla sospensione definitiva del servizio.

Pagamento delle bollette in ritardo: ecco i costi

In base a quanto detto poco sopra, la questione è molto semplice: se non si paga entro una certa data, scatta la morosità e dunque l’azienda ha tutto il diritto di interrompere la fornitura. Se l’utente decide di non pagarle, il fornitore con tutta probabilità procederà con un’azione giudiziaria per il recupero crediti. Ovviamente l’utente potrà comunque contestare le bollette, ad esempio se ritiene che vi siano stati degli errori, ma questo argomento esula dalla nostra guida.

Se invece il cliente decide di pagare le bollette, seppur in ritardo, in questo caso si applica un interesse di mora a seconda del periodo di tempo trascorso. Tali interessi possono inoltre variare in base alla tipologia di mercato (libero o a maggior tutela). La BCE stabilisce per il mercato tutelato un interesse di mora aumentato del 3,5%, al quale si aggiungeranno anche i costi relativi alla spedizione della raccomandata del sollecito e le spese per la disattivazione e la riattivazione della fornitura.

Altre informazioni da conoscere

Per legge, dal 2023 le bollette non pagate cadono in prescrizione entro 2 anni, come stabilito dall’autorità per l’energia (ARERA). Significa che, se il fornitore non le contesta entro 24 mesi, l’utente non avrà più il dovere di versare il corrispettivo dovuto più gli interessi di mora.

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