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Casaleggio vs M5S. I grillini alla frutta si scontrano a colpi di “vaffa”

by Lorenzo Zuppini
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Casaleggio, Di Maio

Roma, 6 giu – Il Movimento 5 stelle è evaporato e il fallimento del progetto di Casaleggio, oggi portato avanti goffamente dal figlio, può dirsi definitivo. Casaleggio jr, avendo constatato che il suo Movimento si è trasformato in partito, ha deciso di prenderne le distanze creando una frattura profonda e insanabile tramite un post sul “Blog delle Stelle”. Ha scritto, in soldoni, che la profezia di suo padre, ossia che tutti gli uomini sono esseri umani e dunque soggetti a tentazioni di vario genere, si è avverata e che quindi il suo sostegno al Movimento 5 stelle non è più scontato, anzi. Di fatto, Casaleggio tende la mano a Di Battista e alla ormai esigua fronda movimentista dei Cinque Stelle. Contestualmente all’ala maggioritaria dei grillini che si è comodamente adagiata sugli scranni, egli manda velatamente un “vaffa” come faceva Grillo ai bei tempi andati. Segno che, quando ci si inerpica sul sentire del vaffanculo, c’è sempre la possibilità di trovare qualcuno che ti ci manda prima che tu possa accorgertene. Questo sta accadendo a Crimi, a Di Maio e alla truppa che essi dirigono.

Una situazione imbarazzante

Vaffa, Blog delle Stelle, grillismo e grillini. A quel paese dovremmo intanto noi mandarci Casaleggio per averci fatto conoscere questi termini grotteschi con il loro portato ideologico e pratico, che si è riversato nelle vite di tutti noi, nella vita di un intero Stato. Dovremmo mandarcelo noi per aver attorcigliato le nostre esistenze a quella di un Movimento partigiano che intendeva ripulire il mondo dalla corruzione del potere e della politica elevando la mediocrità a unico standard di giudizio, insinuando nella coscienza collettiva il dubbio che l’onestà sia l’unico parametro di riferimento. Si spacciavano per eroi e si sono rivelati una forma di parassitismo che sta costando all’Italia ricchezza, produttività, decenza. Buon gusto vorrebbe che un ex bibitaro non si sentisse in grado di presiedere, nell’arco di tre anni scarsi, tre ministeri diversi, nell’ordine quello del Lavoro, quello dello Sviluppo e quello degli Esteri. È un ragionamento che prescinde da qualsiasi valutazione politica o ideologica.

Sfacelo assoluto

Ratzinger decise di dimettersi da vescovo di Roma per delle valutazioni inerenti la sua capacità di convivere col suo ruolo. Qualche anno dopo Di Maio passa con disinvoltura da dei dicasteri economici al dicastero degli Esteri, in un contesto di sfacelo assoluto e di devastazione sociale, con una nazione allo sbando sotto ogni punto di vista. Capite che decidere di incoronarsi re significhi proprio niente. Di tutto questo dobbiamo ringraziare Casaleggio, che oggi civetta indispettito perché le sue creaturine semi artificiali non rispondono più ai comandi. L’elettorato attaccato per il naso all’idea di reddito universale e di decrescita felice, con uno Stato che dovrebbe campare non si sa in quale modo, è il presupposto per prendere in giro un intero popolo che, a quel punto, non avrebbe più ragione d’esistere, finendo per lasciarsi teleguidare.

Non a caso, il reddito di cittadinanza non può esser speso per l’acquisto di taluni beni, sebbene quella cifra lo Stato la abbia ottenuta dal prelievo fiscale e poi girata ad altri cittadini, limitandosi quindi a gestire il denaro altrui. Il controllo spasmodico delle vite degli altri, come il celebre film, non ha fine con costoro e per costoro non v’è altro senso da dare all’esistenza. La condizione di pandemia ha regalato loro la possibilità di riprodursi indisturbati imponendo delle colossali misure di limitazione delle libertà personali senza doversi giustificare. E Casaleggio strappa e i grillini governano ormai senza le briglie del “padrone”. Chi può, si metta in salvo.

Lorenzo Zuppini

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