Roma, 18 apr – Nei prossimi mesi vi sarà probabilmente la votazione parlamentare sul cosiddetto Ddl Zan, la proposta firmata da Ivan Scalfarotto (Pd) e Alessandro Zan (Italia Viva). Si è spesso dibattuto sulla reale utilità di tale legge, che appare non aver nulla a che vedere con la tutela delle vittime di discriminazione. Tuttavia, è da annotare che anche tra i detrattori vi siano posizioni diverse, dato che molti pare non abbiano compreso le vere ragioni per cui opporvisi. Non intendiamo tediare lettori con la riproposizione del testo della proposta (facilmente reperibile), preferendo mostrare 5 motivi per cui dovremmo tutti dare battaglia contro di essa.
Perché dire “No” al Ddl Zan
Difendere la libertà di pensiero (e di parola)
Il Ddl Zan prevede che alcune opinioni, anche se non offensive, potranno essere oggetto di inchiesta. Inoltre, difendere la libertà di parola sempre dovrebbe portare ad accettare soprattutto i concetti che non condividiamo.
Non tutela gli omosessuali
Al contrario, li pone di fatto sotto una “cupola” di politicamente corretto che non è sinonimo di uguaglianza, piuttosto di feticcio. Infatti, il clima da santa inquisizione non favorirà mai la piena tolleranza sociale e la cessazione delle discriminazioni.
Censura
Non cadere nel tranello dei progressisti. Permettere, tramite una legge ad hoc, l’avvenire della censura diminuirà notevolmente il raggio di libertà comunicativa e proposta politica futura per chi non si allinea al pensiero unico.
Processo
Non si può sottoporre a processo, con il rischio di 18 mesi di condanna, anche solo chi ritiene insostituibile l’esistenza dei sessi uomo e donna, piuttosto che di generi indefiniti.
Esacerba gli animi
Il Ddl Zan rischia di produrre degli effetti collaterali violenti proprio per gli omosessuali. In una nazione lacerata dal neonato timore delle relazioni sociali, una norma prevaricatoria provocherà tensioni tra rappresentanti di istanze politiche legittime, per quanto divergenti.
Una legge liberticida
Ovviamente queste sono solo alcune motivazioni per cui opporsi al Ddl Zan, dato che le critiche alla norma si potrebbero avanzare su molteplici aspetti. Tuttavia, abbiamo scelto come tematica costante del nostro dissenso proprio l’assenza di libertà vera nella proposta di legge.
Presentare come oppositori degli esponenti con posizioni obiettivamente controproducenti in ambito di libertà sessuale non appare una scelta saggia. Infatti, anche in virtù di ciò i promotori della legge stanno trovando un terreno fertile comunicativo. Se non si eviterà di dar sponda a chi utilizza la scusa della xenofobia per imporre censura, si finirà inconsciamente complici della guerra alla libertà di pensiero.
Tommaso Alessandro De Filippo