Roma, 17 set – Green pass per tutti, green pass per tutto. Più o meno, perché resta il nodo forse più controverso: quello del Parlamento. Come noto finora il lasciapassare non era richiesto a deputati e senatori. Ma adesso? Dal 15 ottobre saranno obbligati ad esibirlo come tutti i lavoratori italiani? Molto probabile ma c’è ancora qualcosa da “limare”, un nodo chiamato autodichia. Spieghiamo bene perché.
Cos’è l’autodichia
In quanto organo costituzionale, titolare peraltro del potere legislativo, il Parlamento gode di autodichia. Cos’è esattamente? Niente altro che la facoltà degli organi costituzionali, Corte Costituzionale, Camera e Senato, di “decidere autonomamente” senza dover sottostare a ingerenze esterne. Una prerogativa che rientra insomma nel principio di autonomia delle Camere che si traduce in particolare nel potere di autoregolamentarsi. Dunque relativamente al green pass il Parlamento deve pronunciarsi, pur essendo invitato ad adeguarsi a quanto previsto dal decreto governativo.
Cosa dice il decreto del governo
“Gli organi costituzionali, ciascuno nell’ambito della propria autonomia, adeguano il proprio ordinamento alle disposizioni di cui al presente articolo”, si legge nel decreto. L’esecutivo, dopo la cabina di regia del Consiglio dei ministri, ha quindi specificato che il green pass dovrà ritenersi obbligatorio anche per gli eletti e le istituzioni. E gli organi costituzionali non dovranno far altro che “adeguarsi in coerenza”, seppur nel rispetto della loro autodichia.
Nello specifico, per quanto riguarda il Senato: a decidere sull’adozione del green pass saranno il Consiglio di presidenza e la Conferenza dei capigruppo. Analoga la situazione alla Camera, dove dovrà intervenire l’Ufficio di presidenza, chiamato a disporre l’estensione del certificato verde per tutti i dipendenti. La Conferenza dei capigruppo deve invece introdurre l’obbligo del green pass per i deputati. Ma entro quando esattamente? Non è chiaro se entro il 15 ottobre oppure no.
Ecco perché il Parlamento introdurrà il green pass
La questione dovrebbe però essere all’ordine del giorno già mercoledì prossimo durante la riunione dei capigruppo. “Il palazzo è pronto ad adeguarsi alle indicazioni governative”, fa sapere Gregorio Fontana, questore anziano di Montecitorio. Il via libera al green pass anche per il Parlamento sembra insomma scontato. Prova ne sono le dichiarazioni di Matteo Salvini, finora piuttosto refrattario alla misura in questione. “Se la politica impone il green pass ai lavoratori, e addirittura a chi fa volontariato, è ovvio che i politici devono essere i primi a rispettare queste regole, a partire dal Parlamento. Punto.”, dice il leader della Lega.
Neppure Fabio Rampelli di FdI, partito notoriamente contrario al certificato verde, punta i piedi. “Fermo restando che siamo contro il green pass, noi abbiamo sempre sostenuto che se le regole valgono per tutti i cittadini devono valere anche per i parlamentari. Il governo è stato costretto a fare un intervento a gamba tesa perché i presidenti di Camera e Senato hanno temporeggiato”, dice Rampelli.
Eugenio Palazzini