Roma, 14 giu — Sui social i cosiddetti «buonisti» e alfieri dell’integrazione lo chiamano «nero di Django», «Zio Tom», «neg*o da cortile», «neg*o verde asservito»: è il senatore leghista Tony Iwobi, l’immigrato più odiato dalla sinistra italiana, colui che in virtù della sua appartenenza politica non ha diritto a rispetto, a tolleranza, a manifestazioni di solidarietà e commissioni Segre varie.
Tony Iwobi boccia lo ius soli
La cosa, a quanto pare, non lo tange minimamente. Sì perché Iwobi torna alla carica in un’intervista sulla Verità bocciando senza mezzi termini lo ius soli. «Non è prioritario rivedere una delle leggi migliori a livello europeo», spiega. «Non ha senso obbligare chi è figlio di genitori stranieri a diventare cittadino italiano. C’è chi magari non lo desidera neppure, perché un giorno vuole tornare nel suo Paese d’origine».
Occorrono regole per l’immigrazione
Sull’immigrazione, Tony Iwobi ripete il suo mantra: «Occorrono regole, e sono il compito sacrosanto della politica sana. E glielo dice un immigrato». Poi snocciola un po’ di dati significativi. «Ci sono 5.306.548 stranieri comunitari ed extracomunitari in Italia, che incidono sulla popolazione per l’8,8%. Tra questi 3.438.707 sono i permessi di soggiorno validi. Nessuno poi parla dei tipi di permessi di soggiorno». Perché? «Perché mentre 1.657.591 sono i permessi per famiglia, e 1.403.505 quelli per lavoro, i permessi per asilo politico sono 194.799». Un po’ pochini per giustificare il ritornello, ripetuto alla nausea, secondo il quale «scappano dalla guerra».
1 commento
Questo signore ha gli occhiali come B. Severgnini, e basta (ma poi Severgnini è un signore?)