Roma, 2 ott – Il 29 settembre, in occasione della prima festa regionale della Lega Basilicata, si è tenuto a Venosa il convegno “Autonomia, identità, libertà, a difesa dell’Italia”. Dopo i saluti iniziali del vicepresidente della Regione Basilicata Pasquale Pepe e degli organizzatori della kermesse leghista, nella persona di Giulio Curatella, l’europarlamentare Roberto Vannacci ha risposto alle mie domande sulle iniziative politiche della Lega in merito ai temi del convegno, dall’autonomia differenziata alle misure per bloccare l’immigrazione clandestina, passando per l’identità nazionale e il concetto di libertà.
Vannacci: “La cittadinanza italiana non si svende e non si regala”
“La cittadinanza italiana non si svende e non si regala”, è stato il commento di Vannacci sulla raccolta firme organizzata dalla sinistra e da Più Europa in merito alla cittadinanza facile per gli stranieri. Se dovesse passare l’esame della Corte Costituzionale, la petizione si trasformerebbe in un referendum per abbassare a 5 anni il tempo necessario per chiedere la cittadinanza italiana. Non solo: i figli minori degli stranieri, che hanno ottenuto in questo modo la cittadinanza, diventeranno automaticamente italiani. Inoltre, Vannacci ha altresì ricordato che, come avevo già documentato in un precedente articolo, l’Italia è il Paese dell’Unione europea che ha elargito più cittadinanze agli stranieri negli ultimi dieci anni.
Quei confini da difendere
Dopo un intervento in diretta video del ministro Matteo Salvini, ho chiesto al generale Vannacci un’opinione riguardante i sei anni di reclusione chiesti dalla pubblica accusa per sequestro di persona nei confronti del leader leghista nel processo Open Arms. L’europarlamentare si è detto sicuro che Salvini sarà assolto perché la difesa dei confini rappresenta un dovere per un ministro e che il ministro ha degnamente rispettato le promesse fatte durante la campagna elettorale del 2018. Vannacci ha ricordato che quei confini sono stati tracciati con il sangue e il sacrificio di tanti militari italiani, pure giovanissimi, sepolti nel sacrario di Redipuglia e ricordati con quel “Presente” inciso sul marmo.
Francesca Totolo