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“M5S genuflesso a Pd e Forza Italia”: quattro eurodeputati grillini lasciano i 5 Stelle

by Elena Sempione
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Eurodeputati M5S

Bruxelles, 3 dic – Le troppe giravolte dei 5 Stelle hanno fatto venire la nausea a parecchie persone. Subalternità rispetto al Partito democratico, flirt con Forza Italia, ora pure la capitolazione sul Mes: pur di rimanere incollati alla poltrona, i vertici del Movimento hanno tradito tutto quello che c’era da tradire. Ecco perché quattro eurodeputati grillini hanno deciso di sbattere la porta in faccia al M5S. Si tratta, nello specifico di Ignazio Corrao, Eleonora Evi, Rosa D’Amato e Piernicola Pedicini, che proprio oggi annunceranno ufficialmente la loro fuoriuscita dalla delegazione pentastellata a Bruxelles.

Le voci dei 4 eurodeputati M5S

I quattro eurodeputati ribelli del M5S appartengono tutti alla corrente che fa capo ad Alessandro Di Battista, ma ci tengono a precisare che il loro addio è scaturito da una decisione «autonoma che non ha nulla a che fare con l’ex deputato». E anzi spiegano che «la rottura è dettata dall’impossibilità di far rispettare il nostro programma elettorale. Siamo fermi, non possiamo lottare contro i mulini a vento». La frattura, insomma, era profonda, ed Eleonora Elvi usa parole che suonano come una sentenza: «Rilevo un atteggiamento politico del M5S capovolto rispetto all’anno prima, una continua genuflessione verso il Pd, Forza Italia, i grandi potenti e il sistema», ha scritto l’europarlamentare sulla sua pagina Facebook.

Decisiva la giravolta sul Mes

Anche Corrao, un altro dei quattro eurodeputati ribelli del M5S, non ha remore a gettare fango sulla dirigenza pentastellata: «I massimi esponenti del M5S non si consultano più con la base ma con i vari Gianni Letta e Massimo D’Alema, e lo fanno con la stessa naturalezza con cui lo farebbero gli esponenti di Udc, Ncd e Udeur». Anche l’attaccamento alla poltrona di molti compagni di partito non è andato giù a Corrao: «Il tema del secondo mandato sembra uno spauracchio e mi sembra abbastanza evidente che ci sia una condivisa volontà di superarlo (con delle deroghe) o aggirarlo (con le nomine)». E infine, al termine del suo lunghissimo post intitolato Quando una storia finisce, l’europarlamentare indica con chiarezza qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: «Dulcis in fundo la giravolta sul Mes, con annessa presa in giro. Dire lo avalliamo ma “non lo attiveremo” è una clamorosa offesa a chiunque possiede un cervello e anche una incredibile violazione del programma elettorale».

Elena Sempione

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