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Mes, espulsioni, Rousseau: il cortocircuito democratico dei 5 Stelle

by Enrico Maria Casini
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5 stelle mes rousseau

Roma, 7 dic – Se i militanti del Movimento 5 Stelle sulla piattaforma Rousseau trovano la loro “regola” – come i benedettini la trovavano nella preghiera e nel lavoro con “Ora et Labora” – l’ultima cozza sullo scoglio della Costituzione. Costituzione che, facendo parte del governo, dovrebbero prendere per lo meno in considerazione. E’ infatti incostituzionale fare pressioni sui parlamentari affinché votino un qualsivoglia atto nelle sedi istituzionali, come recita l’articolo 67 della Costituzione: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

Da Rousseau all’espulsione per chi dice no al Mes

Quest’ultimo vale solo in quattro paesi: Portogallo, Panama, Bangladesh e India. L’Italia non è inclusa in questa lista, probabilmente un peccato per i capobastone del Movimento 5 Stelle dell’elevato Beppe Grillo. Un blackout democratico che non lascia troppe intuizioni e letture al caso specifico. In questo caso sarà applicata l’espulsione a chi vota no al Mes, come minaccia l’attuale capo politico del M5S Vito Crimi “i contrari se ne assumeranno la responsabilità”. Ci troviamo davanti al governo più a sinistra e autoreferenziale dell’ultimo ventennio. E ovviamente il più “europeista” come dice l’avvocato Giuseppe Conte a Repubblica: “Il Mio Governo non cadrà sul Mes”. “Questa riforma cerca di cambiare il Mes, a noi questa riforma non piace, ma mentre a dicembre 2019 potevamo permetterci di dire ‘assolutamente no’ oggi siamo in un anno in cui c’è una crisi pandemica, in cui l’Ue ha dimostrato di mettere in campo strumenti nuovi. Oggi dobbiamo guardare avanti. Tuttavia è pacifico che il Mes non sarà utilizzato perché la maggioranza di questo Parlamento non lo vuole”.

Le giravolte dei 5 Stelle

La domanda a Crimi, dopo una dichiarazione del genere che fa acqua da tutte le parti, è: perché fare pressioni così pesanti ai rappresentanti del popolo se “non sarà utilizzato”? Il Movimento 5 Stelle ha dimostrato di essere un semplice “discount”, perché neanche supermercato si può considerare, politico: il capo di turno può comporre la scaffalatura in funzione del proprio risveglio mattutino. Ieri era No Euro? Oggi è supino ai diktat europei. Ieri è contro la massiva immigrazione che l’Italia sta subendo? Oggi elimina i decreti sicurezza e spinge per lo Ius Soli. Ma un partito o un movimento si deve basare su dei preconcetti e valori alti ed aulici, per poi paracadutarli sul terreno politico e trasformarli in atti che possano giovare alla popolazione.

Questo sistema di “tirare a campare” o politica per la settimana prossima è tutto tranne che credibile agli occhi degli italiani, e se dobbiamo dirla tutta anche a quelli europei (che ci trattano come la nazione chiudifila del contesto europeo). Se si “gioca” a fare politica nella democrazia, per lo meno le regole base (come la Costituzione) il Movimento 5 Stelle dovrebbe seguirle al limite della legalità. Le minacce, in un paese che si ritiene baluardo della democrazia, non dovrebbero essere neanche lontanamente concepite. D’accordo la crisi, d’accordo il Covid-19, ma consentire tali soprusi è da masochisti e sfiora davvero il ridicolo. D’altronde, il Movimento 5 Stelle non è che fondato da un comico…

Enrico Maria Casini

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