Home » “Migranti grande potenziale” nelle scuole: non poteva mancare il sermone di Mattarella

“Migranti grande potenziale” nelle scuole: non poteva mancare il sermone di Mattarella

by Alberto Celletti
0 commento
migranti mattarella

Roma, 19 sett – I migranti nelle scuole hanno “un grande potenziale”, dice Sergio Mattarella. Quante volte abbiamo sentito queste parole, sia dal presidente della Repubblica che da altri esponenti, siano essi delle istituzioni o della stampa mainstream. Quasi a testimoniare in modo ancora più fulgido come nulla sia cambiato, in dieci anni ma forse anche in venti e in trenta. Perché l’immigrazione, come fenomeno di massa, comincia allora. Sebbene i suoi effetti più devastanti esplodano dopo il 2011.

I migranti, “il potenziale” e Mattarella

A Forlì il presidente della Repubblica proferisce queste parole in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico: “La scuola non tollera esclusioni, marginalizzazioni, differenze, divari. Ne verrebbe – e, talvolta, ne viene – deformata“. Lì i ragazzi “fanno i conti con la propria storia e le proprie radici. Dove si cimentano con la diversità e la convivenza” e ancora “sperimentano la padronanza di sé, dei propri sentimenti, del vivere insieme. Non ci può essere società libera e ordinata senza la scuola. L’inclusione è, quindi, un obiettivo di importanza decisiva”, come per esempio nel caso i portatori di disabilità per i quali “molti passi sono stati fatti negli ultimi decenni”.

Peccato che in molte scuole, ad essere isolati, siano gli italiani

I migranti risorsa (storica definizione) per Mattarella, da non isolare nelle scuole. Peccato che negli istituti si stia presentando la situazione esattamente opposta a quanto asserito dal presidente. A Bologna, ricordiamo, venne fuori la storia tristissima di un bambino che dichiarava di essere di New York per sentirsi come gli altri compagni, essendo di fatto l’unico italiano della classe. Situazioni come la sua si sono moltiplicate nel corso degli anni, con classi di bambini e ragazzi composte quasi esclusivamente da stranieri, in svariate aree del Paese. Piccoli e giovani che si abituano presto a sentirsi stranieri in casa propria, perché una casa propria non ce l’hanno quasi più. Ma la loro emarginazione non conta, evidentemente, per le istituzioni.

Alberto Celletti

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati